Uscito il Report Istat sui consumi energetici delle famiglie italiane nel 2020 e 2021

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Nel 2020 la spesa media annuale in consumi energetici è di 1.411 euro a famiglia, di cui l’83,8% per metano ed energia elettrica. Il 17% delle famiglie fa uso di legna, di cui circa il 60% in tutto o in parte con autoapprovvigionamento, il 7,3% di pellet. Più della metà delle famiglie ha un sistema di riscaldamento che ha più di 10 anni

L’efficienza energetica è un elemento della transizione ecologica rilevante per gli obiettivi di Sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e lo European Green Deal, oltre che per le analisi relative alle crisi climatica e geopolitica. Per questo Istat ha pubblicato un report sui consumi energetici delle famiglie italiane, che amplia quello già rilasciato a giugno di quest’anno, con la finalità di approfondire l’informazione statistica sul settore residenziale con uno specifico focus sulle biomasse legnose.

Una famiglia su 6 usa la legna come combustibile

Il Report riporta come un ruolo rilevante per il consumo di energia del settore residenziale sia ricoperto dai combustibili solidi di origine vegetale. In particolare le biomasse sono utilizzate per il riscaldamento dell’abitazione, per la produzione di acqua calda (esclusi gli impianti centralizzati) o per la cottura dei cibi. Nel 2020, il 17% delle famiglie ha fatto uso di legna da ardere e il 7,3% ha utilizzato pellet per l’uso domestico in impianti autonomi o apparecchi singoli, come caminetti e stufe.
La quantità di legna consumata ammonta a 16 milioni di tonnellate, con molte differenze regionali, determinate dalla disponibilità di materiale e dall’accesso a risorse alternative (figura 1).

Figura 1 – Famiglie utilizzatrici di legna e pellet (anno 2020, per 100 famiglie residenti. Fonte: Istat)

A utilizzare legna sono il 40,1% delle famiglie della Provincia autonoma di Trento; seguono Umbria (39,1%), Calabria (32,3%), Sardegna (32,0%) Abruzzo, Molise e Basilicata (31,9%) e la Provincia autonoma di Bolzano (30,1%). Residuale l’utilizzo in Lombardia e in Sicilia (meno di una famiglia su 10).
Rispetto al 2013 la percentuale di famiglie utilizzatrici di legna si è comunque ridotta nel 2020 (dal 21,4% al 17,0%), ma è aumentato (+16,2%) il consumo medio per famiglia (da 3,2 a 3,7 tonnellate), soprattutto nelle regioni dove già erano più elevate le quote di famiglie utilizzatrici di questo combustibile: Basilicata (5,5 tonnellate), Molise (5,4) e Calabria (5,1), contro una media nazionale di 3,7 tonnellate a famiglia.

Il pellet ha avuto negli anni un sempre maggiore utilizzo in ambiente domestico, con la diffusione di stufe e camini a pellet, tradizionali o innovativi (ad esempio collegati a impianti di riscaldamento).
Questo combustibile, a cui fa ricorso il 7,3% delle famiglie, ha registrato una crescita di circa l’80% sia delle famiglie utilizzatrici sia della quantità consumata rispetto al 2013. Nel 2020 ne sono stati consumati 2,7 milioni di tonnellate sia per riscaldamento (escluso quello centralizzato) che per produrre acqua calda o per la cottura dei cibi. Il pellet è diffuso in tutte le regioni del Paese, ma raggiunge il massimo utilizzo in Sardegna (23,8% delle famiglie); seguono Valle d’Aosta (15,6%) e Umbria (15,4%). I livelli minimi si registrano in Puglia, Sicilia, Emilia-Romagna e Lombardia (meno del 5%).

Uso di legna in gran parte da autoapprovvigionamento

Una parte della legna consumata dalle famiglie non viene acquistata ma autoprodotta (proviene cioè da terreni di proprietà della famiglia) o recuperata (raccolta da zone boschive non di proprietà), totalmente dal 38,1% delle famiglie che la utilizzano, parzialmente dal 20,9%; è completamente acquistata soltanto dal restante 41,0%.

La quercia è il legname più utilizzato a fini energetici (ne fa uso prevalente il 20,7% delle famiglie che usano legna), soprattutto nelle regioni del Centro (34,3%), come Lazio e Umbria, e del Mezzogiorno (27,5%), come Molise, Basilicata e Campania; segue il faggio (15,8%) più comune nel Nord (28,9%), in Friuli-Venezia Giulia, provincia autonoma di Trento e in Veneto. Nelle regioni del Nord è molto diffuso anche il legno proveniente da frassino, betulla, castagno, pioppo, tiglio, leccio e robinia (20,9%; 14,5% a livello nazionale), ma anche il legno di carpino, acacia, platano, eucalipto e delle conifere (abete, larice, cipresso).

La legna è impiegata prevalentemente in apparecchi singoli, che riscaldano solo l’ambiente in cui si trovano: in camini tradizionali dal 44,3% delle famiglie utilizzatrici, in stufe tradizionali dal 26,1%. Si attesta invece al 18,2% (da 13,4% nel 2013) l’uso per camini e stufe innovative, collegati a impianti che distribuiscono il calore in più ambienti dell’abitazione; la legna alimenta apparecchi per cucinare per il 14,9% delle famiglie utilizzatrici, soprattutto nel Nord-est (26,4%).

Il pellet è usato dal 60,8% di famiglie in stufe tradizionali, dal 14,2% in camini o stufe innovative e dal 10,4% in impianti autonomi a caldaia.

IL REPORT ISTAT NELLA SUA VERSIONE INTEGRALE È DISPONIBILE QUI.