Cippato calibrato, l’ultimissima novità tra i biocombustibili legnosi

cippato calibrato
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Il cippato calibrato è un cippato di altissima qualità poiché sottoposto a processi di lavorazione, come la vagliatura, la depolverazione e l’essiccazione forzata, che gli conferiscono valori di ceneri residue, contenuto idrico molto bassi e potere calorifico elevato, tali da renderlo una potenziale alternativa al pellet

Per capire cos’è il cippato calibrato, anche detto cippatino, è necessario partire dalla definizione di cippato.

Il cippato di legno – dall’inglese chip: scaglia, frammento – è il prodotto che si ottiene dalla macinatura e sminuzzatura del legname, a partire da tronchi, ramaglie o residui delle industrie di prima lavorazione del legno. Si tratta di un biocombustibile che si presta a essere utilizzato in caldaie di media-grande potenza (almeno 40-45 kW termici), con un fabbisogno superiore a 50-60 MWh termici annui, installate in presenza di filiere di approvvigionamento locali basate sulla disponibilità di produttori nel raggio di 70-100 km.

In termini energetici, il rapporto tra potere calorifico e ingombro del cippato, ossia la sua densità energetica, è inferiore rispetto a quella di altri biocombustibili densificati, come ad esempio il pellet; l’utente deve quindi disporre di un locale di stoccaggio adeguato e dimensionato in base alle esigenze dell’impianto. Le consegne del prodotto avvengono tipicamente in big bag, con mezzi dotati di cassone ribaltabile, piano mobile o con autobotti pneumatiche.

Grazie alle sue filiere produttive tipicamente corte e all’impiego di materie prime “povere”, il cippato risulta molto conveniente sul piano economico sia rispetto ai combustibili fossili (gas naturale, gasolio, GPL), sia agli altri biocombustibili legnosi. Inoltre, il prezzo del cippato è da sempre particolarmente stabile nel tempo.

Classi di qualità del cippato

La norma tecnica che definisce le classi di qualità e i parametri utili alla classificazione del cippato di legno è la UNI EN ISO 17225-4:2021Biocombustibili solidi – Classificazione e specifiche del combustibile – Parte 4: Classificazione del cippato di legno”. Analogamente, la UNI EN ISO 17225-9:2021 definisce la classificazione qualitativa del cippato per uso industriale.

Le classi previste dalla norma tecnica sono quattro: A1, A2, B1 e B2, in ordine decrescente di qualità. La classificazione e la caratterizzazione del materiale avvengono sulla base delle materie prime impiegate, della quantità di ceneri residue, del contenuto idrico, della pezzatura e della sua caratterizzazione chimica.

Il sistema di certificazione di qualità Biomassplus® richiama la norma tecnica internazionale ma ne riadatta la definizione in classi, introducendo una classe di qualità superiore (A1+) e accorpando quelle di qualità inferiore (B1 e B2). Biomassplus® prevede quindi quattro classi di qualità: A1+, A1, A2 e B.

La classe A1+, esclusiva dello schema Biomassplus®,supera quindi la migliore classificazione della norma internazionale e si caratterizza per parametri di qualità particolarmente elevati, ottenibili solo dalle aziende dotate di impianti tecnologicamente avanzati di affinamento del biocombustibile. All’interno della classe di qualità A1+ è prevista inoltre un’ulteriore distinzione che permette di caratterizzare una particolare nicchia di mercato: il cippato calibrato, anche noto come “cippatino”.

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Caratteristiche qualitative del cippato calibrato

Il cippato calibrato è una categoria di prodotto premium che sul piano tecnico-normativo è riconosciuta esclusivamente dallo schema di certificazione Biomassplus®. In altre parole, essa non trova riscontro nella norma tecnica internazionale che definisce le classi di qualità del cippato.

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Il processo produttivo del cippato calibrato prevede una macinatura piuttosto “spinta”, al fine di ottenere un materiale dalla pezzatura particolarmente minuta e omogenea, nonché la vagliatura e depolverazione del prodotto per rimuovere sia le componenti grossolane sia quelle troppo fini. Inoltre, l’essiccazione forzata del materiale permette di ridurre significativamente il contenuto idrico.

La produzione di cippato calibrato è quindi inserita in un processo lavorativo articolato: la frazione grossolana intercettata dalla vagliatura può essere rimacinata o destinata alla commercializzazione di cippato di pezzatura maggiore, mentre le polveri possono essere impiegate per la produzione di pellet o miscelate con cippato di qualità inferiore.

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Secondo i parametri previsti per il “cippatino” dallo schema Biomassplus®, il contenuto di polveri fini non deve eccedere l’1% in peso, mentre il valore della componente grossolana, cioè quella composta da particelle di dimensioni superiori a 16mm, deve rimanere entro il 5%. Inoltre, il contenuto idrico non deve superare il 10% in peso. Il cippato calibrato si caratterizza quindi per canoni di qualità particolarmente rigorosi, riassunti di seguito:

Legenda sigle: w-%: percentuale in peso; t.q.: sul tal quale; s.s.: su base secca

Peculiarità commerciali del cippato calibrato

Appare evidente come i valori particolarmente contenuti di ceneri residue, contenuto idrico e potere calorifico previsti per il “cippatino A1+” siano simili o sovrapponibili a quelli delle classi A1 e A2 del pellet di legno, definite dalla norma UNI EN ISO 17225-2:2021.

Questa similitudine con il pellet permette al cippato calibrato di porsi come alternativa al suo utilizzo, soprattutto in quei casi in cui gli impianti domestici devono necessariamente essere alimentati con biocombustibili omogenei e di alta qualità.

Un’altra peculiarità del cippato calibrato consiste nel poter essere confezionato e commercializzato efficacemente in sacchi: il loro peso si aggira abitualmente attorno ai 6 kg e hanno dimensioni paragonabili a quelle dei classici sacchetti di pellet.

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Attualmente, sul mercato si trovano packaging di cartone o di materiale compostabile e 100% biodegradabile, conferibili rispettivamente nella raccolta della carta o del rifiuto umido: entrambe queste soluzioni esaltano gli aspetti di sostenibilità del cippato calibrato.

Perché è importante certificare il cippato e il cippatino

Valorizzare la qualità del cippato si rivela sempre più un elemento di fondamentale importanza nelle strategie aziendali, alla luce della nuova normativa che impone la certificazione dei biocombustibili legnosi per l’accesso agli incentivi per il riscaldamento a biomassa (anche nel caso di impianti alimentati a cippato) e dei diversi regolamenti regionali per l’esercizio degli impianti termici.

Spesso, le auto-dichiarazioni basate sull’automonitoraggio della qualità aziendale si rivelano quindi insufficienti e soltanto le vere e proprie certificazioni di qualità permetteranno di soddisfare i requisiti imposti dal mercato e dalle normative: per questo motivo è importante che gli operatori del settore conoscano la differenza tra semplici “attestazioni” di qualità e certificazioni propriamente dette.

Lo sviluppo della filiera del cippato calibrato certificato Biomassplus® in classe A1 rientra a tutti gli effetti in una logica di economia circolare che rappresenta un importante volano di sviluppo locale per le comunità delle aree interne del nostro Paese. Per questo motivo, AIEL ha creato all’interno del Gruppo Produttori Professionali di Biomasse un tavolo di lavoro specificatamente dedicato al cippato calibrato che raggruppa le aziende interessate alla sua produzione, per scambiare le reciproche esperienze tecniche e commerciali.

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Scopri i servizi dedicati al Gruppo Biomasse e scrivi a biomassplus.aiel@cia.it