8 buone ragioni per scegliere il riscaldamento a legna e pellet

riscaldamento a legna e pellet
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Perché riscaldare le nostre case con il calore naturale del legno? In primis perché scegliere il riscaldamento a legna e pellet significa usare una risorsa rinnovabile che va nella stessa direzione della transizione energetica e della decarbonizzazione della società. Ma non solo


1. Perché legna, pellet e cippato sono la prima fonte di energia rinnovabile del nostro Paese per la produzione di calore

Non tutti lo sanno, ma legna da ardere, cippato e pellet impiegati nel settore residenziale costituiscono di gran lunga la principale fonte energetica rinnovabile impiegata per la produzione di energia termica in Italia (7,7 Mtep) seguita a distanza dalle pompe di calore (2,5 Mtep). Una consapevolezza purtroppo poco diffusa, che ci spinge a definire le bioenergie come il “gigante sconosciuto” delle rinnovabili.

2. Per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione fissati dall’Unione europea che impongono il graduale abbandono delle fonti fossili nei prossimi anni

Le biomasse legnose sono carbon-neutral e quindi preziose alleate nella lotta al cambiamento climatico causato dai gas a effetto serra, in particolare dalla CO2. Proprio il riscaldamento a legna e pellet ha consentito all’Italia di raggiungere in anticipo di due anni la quota di energie rinnovabili al 2020 fissata dall’Europa. Anche il Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec), che fissa gli obiettivi energetici al 2030, dà un ruolo importante alle biomasse legnose: oltre la metà dell’energia termica rinnovabile (53%) dovrà essere prodotta da biomasse solide.

3. Per avviare una riconversione green dell’economia, sostenendo la crescita di filiere corte locali e contrastando i fenomeni di povertà energetica

L’uso della risorsa legnosa locale consente di creare filiere corte sostenibili con numerosi benefici socio-economici e ambientali, in particolare nelle aree interne e montane del Paese. Grazie all’uso intelligente della biomassa legnosa e alle reti di teleriscaldamento è infatti possibile produrre energia termica per gli edifici, nonché biocombustibili di qualità per stufe e caldaie domestiche. I vantaggi? Creazione di valore aggiunto e occupazione, incremento del potere di acquisto delle comunità montane, maggiore sicurezza nell’approvvigionamento energetico e riduzione delle emissioni climalteranti.

In questo video viene raccontata una storia di economia circolare che partendo dal lavoro delle aziende boschive del territorio arriva a produrre: energia elettrica e termica dal cippato, e pellet dagli scarti di lavorazione di una segheria locale.

4. Per mettere in atto processi virtuosi di economia circolare secondo il principio dell’utilizzo “a cascata” del legno, senza sprecare nulla

Legna, cippato e pellet sono prodotti a partire da residui agricoli e forestali o da residui dell’industria del legno, e consentono quindi la valorizzazione degli scarti in un’ottica di economia circolare. Solo le porzioni dell’albero di qualità inferiore, o le parti storte o danneggiate, sono destinate alla produzione di legna da ardere, pellet e cippato. Inoltre, per produrre i biocombustibili si sfruttano le grandi quantità di segatura e residui legnosi prodotte durante le lavorazioni industriali del legno. Si tratta del principio di utilizzo “a cascata” del legno, secondo cui per produrre legna, pellet e cippato per riscaldare vengono utilizzati i residui prodotti da altre lavorazioni.

riscaldamento a legna e pellet
Dal Libro Verde di AIEL

Un principio virtuoso ed efficiente: basti pensare che una moderna casa in legno arredata con mobili di legno può essere riscaldata per 70 anni esclusivamente con i residui della lavorazione del legname destinato alla sua costruzione!

5. Per proteggere e tutelare boschi e foreste attraverso la gestione forestale sostenibile, perché i boschi gestiti sono più sani e contribuiscono di più alla protezione del clima

Riscaldarsi e costruire usando legno proveniente da foreste gestite in modo sostenibile è uno degli strumenti più efficaci per proteggere il clima. Gli alberi assorbono anidride carbonica che immagazzinano nel legno sotto forma di carbonio, liberando ossigeno in atmosfera. Si tratta del processo di fotosintesi. Quando il legno si decompone in foreste non gestite correttamente il carbonio e l’ossigeno si combinano per formare nuovamente CO2 nella stessa quantità di quella assorbita dagli alberi durante l’accrescimento. Per questo motivo, una corretta gestione forestale influenza in modo significativo le emissioni di CO2 in atmosfera. Il video qui sotto spiega in breve come, grazie alle pratiche di gestione forestale sostenibile, la foresta è mantenuta nella sua fase di massima crescita, così da assorbire la massima quantità di CO2 dall’atmosfera.

6. Per salvaguardare la qualità dell’aria promuovendo la sostituzione di camini aperti, stufe e caldaie obsolete con apparecchi moderni e a basse emissioni

La qualità dell’aria è una tema importante e richiede l’impegno di imprese, cittadini e istituzioni per essere tutelata. Mettendo in pratica alcune misure è possibile ridurre le emissioni di polveri sottili prodotte dal riscaldamento a legna e pellet con effetti significativi:

  • Rottamare le vecchie stufe e sostituirle con apparecchi a legna e pellet classificati secondo le migliori performance di efficienza energetica. Con l’incentivo Conto Termico è facile ed economico.
  • Utilizzare solo legna, cippato e pellet di qualità certificata
  • Effettuare sempre la manutenzione periodica degli apparecchi e delle canne fumarie avvalendosi di operatori professionali e un’installazione a regola d’arte rivolgendosi a installatori qualificati
  • Rispettare le buone pratiche nell’utilizzo degli apparecchi di riscaldamento a legna e pellet.

7. Per contribuire al PIL nazionale: le imprese coinvolte nella filiera “dal bosco al camino” sono un asset del made in Italy

Il riscaldamento a legna e pellet non è solo più sostenibile delle fonti fossili, ma è anche socialmente più virtuoso: secondo uno studio condotto dall’Austrian Energy Agency per riscaldare una casa con il legno sono necessarie 23 ore di lavoro locale all’anno, un dato che con i combustibili fossili si abbassa a 3 ore all’anno nel caso del gasolio e a 1,5 ore/anno nel caso del metano.

Oggi, sono circa 14.000 le imprese italiane coinvolte nella filiera “dal bosco al camino”, che danno lavoro ad oltre 72.000 occupati nel settore. Complessivamente, le imprese coinvolte nella filiera bosco-legno-energia producono un fatturato di oltre 4 miliardi di euro.

8. Perché gli italiani, per storia e per cultura, amano riscaldarsi con l’energia naturale del legno

La passione per il riscaldamento a legna e pellet in Italia ha radici antiche: la stufa a legna evoca il ricordo del tepore tipico delle case di una volta, e rimane ancora oggi un oggetto dal fascino intramontabile, capace di unire storia e modernità. Per secoli stufe e camini sono stati il principale metodo di riscaldamento, ma anche oggi, nel terzo millennio, grazie all’innovazione tecnologica e all’interesse per le fonti energetiche rinnovabili, stufe e caldaie a biomassa, che hanno raggiunto gradi di efficienza elevatissimi, sono opzioni molto apprezzate dai cittadini italiani. Anche i dati di AIEL dimostrano come l’Italia continui ad amare il riscaldamento a legna e pellet: il 25% delle famiglie italiane impiega biomassa legnosa per riscaldare gli ambienti della propria abitazione, consumando circa 15 milioni di tonnellate complessive di biocombustibili: 3,1 di pellet e 11,7 di legna da ardere.