Bioenergie essenziali per decarbonizzare il riscaldamento in Europa

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I dati dell’ultimo report di Bioenergy Europe confermano che la decarbonizzazione del comparto del riscaldamento e del raffrescamento domestico è impossibile senza il contributo delle bioenergie

La bioenergia e le biomasse solide in particolare sono un fattore chiave per il raggiungimento degli obiettivi di aumento di energia rinnovabile nel settore del riscaldamento. Questa la sintesi dell’ultimo documento di Bioenergy Europe, che dal 2007 fornisce un rapporto statistico dedicato ai consumi di bioenergia negli Stati membri dell’UE-27, con informazioni accurate e aggiornate sui consumi finali di energia da biomasse per la produzione di calore in Europa.

Decarbonizzazione del settore termico non più rimandabile

La decarbonizzazione del settore del riscaldamento domestico è fondamentale per realizzare la transizione verso un sistema energetico a emissioni zero entro il 2050, visto che riscaldamento e raffrescamento degli edifici nel 2020 hanno prodotto quasi la metà del consumo finale di energia nell’UE (per l’Italia la percentuale del comparto del riscaldamento sul consumo finale di energia è pari al 49%).

Il processo di sostituzione dei combustibili fossili con fonti di energia rinnovabile e altre soluzioni a zero emissioni di carbonio nel riscaldamento domestico è stato finora più lento rispetto a quanto avvenuto nella generazione di elettricità: le fonti rinnovabili rappresentano attualmente il 23% del consumo di calore e hanno fatto segnare in media un aumento di 0,71 punti percentuali ogni anno tra il 2004 e il 2020, rispetto a 1,17 punti percentuali di aumento nella produzione di energia elettrica.

Gli obiettivi fissati al 2030

Gli attuali obiettivi sul fronte della decarbonizzazione del settore del riscaldamento e raffrescamento al 2030 fissati dagli Stati membri dell’Ue nei loro PNEC variano notevolmente all’interno dell’UE. Stati come Spagna, Francia, Italia, Lituania, Lussemburgo e Paesi Bassi hanno posto obiettivi ambiziosi con oltre dieci punti percentuali di aumento. Altri Paesi si sono posti obiettivi meno sfidanti, con tre Paesi, Portogallo, Lettonia e Slovacchia, che hanno fissato obiettivi già raggiunti. L’obiettivo medio in Ue per la quota di fonti energetiche rinnovabili (FER) nel settore per il 2030 è di arrivare dal 23% al 40%.

Figura 1 – Quota di energia rinnovabile nel settore termico negli Stati membri e obiettivi al 2030 (in %)

La bioenergia è determinante per la decarbonizzazione del comparto termico

I Paesi con la quota più alta di calore rinnovabile nel 2020 sono stati Svezia (66%), Estonia (59%), Lettonia (57%), Finlandia (57%), Danimarca (51%) e Lituania (50%). Tutti questi Paesi fanno affidamento su un’ampia quota di biocalore, pari o superiore al 70%. I Paesi che hanno sviluppato meno il comparto del riscaldamento rinnovabile sono Irlanda (6%), Belgio (8%) e Paesi Bassi (8%). In questi ultimi, secondo i rispettivi PNEC, la quota di rinnovabili nel settore termico al 2030 rimarrà al di sotto del 20%. Anche in questi Paesi, tuttavia, la maggior parte del calore rinnovabile proviene dalla biomassa (77% per l’Irlanda, 88% per il Belgio e 73% per i Paesi Bassi): senza il contributo delle biomasse la quota di calore rinnovabile sarebbero vicina allo 0%.

Figura 2 – Consumo totale di biocalore (in ktep) e quota di biocalore nel consumo di calore da fonti rinnovabili negli Stati membri dell’UE a 27 e nel Regno Unito nel 2020 (in %)

La maggior parte del calore europeo è però ancora prodotto dai combustibili fossili. Per colmare questo “divario di calore rinnovabile”, tutte le soluzioni rinnovabili dovranno aumentare la loro capacità nei prossimi anni. L’UE e gli Stati membri devono aumentare la penetrazione complessiva delle FER e accelerare la diffusione di nuove ed efficienti soluzioni di riscaldamento rinnovabile, come la bioenergia.

Figura 3 – Contributo delle diverse fonti energetiche al riscaldamento e raffrescamento nell’UE27 nel 2020 (in %)

Il ruolo fondamentale delle biomasse legnose

La biomassa solida, in particolare quella legnosa, è di gran lunga la principale materia prima impiegata per la produzione di biocalore (90%) e, inversamente, il biocalore è il principale utilizzo finale della biomassa solida, in quanto l’85% della biomassa solida è utilizzato per la produzione di biocalore. Per motivi ambientali ed economici, la biomassa legnosa utilizzata per la produzione di biocalore proviene principalmente da sottoprodotti delle operazioni di gestione forestale e sottoprodotti dell’industria del legno.

Figura 4 – Tipo di biomassa utilizzata per il riscaldamento rinnovabile nell’UE27 nel 2020 (in ktep, %)

Decarbonizzazione e sicurezza energetica in Europa vanno di pari passo

Il report di Bioenergy Europe conferma ancora una volta che le biomasse legnose sono una componente fondamentale e irrinunciabile per decarbonizzare il comparto termico europeo – commenta Annalisa Paniz, Direttrice generale di AIEL, partner italiano di Bioenergy Europe –. La strategia energetica per un calore rinnovabile deve favorire una progressiva riduzione dell’utilizzo del gas puntando su piccoli e medi impianti centralizzati a biomassa, impianti di cogenerazione, teleriscaldamento e calore di processo, così come sulle moderne stufe che garantiscono altissimi rendimenti, efficienza energetica e basse emissioni. Un uso sostenibile delle bioenergie è in grado di ridurre la dipendenza dalle fonti fossili, limitare la dipendenza da forniture estere e garantire l’autonomia energetica, ma anche stimolare l’iniziativa economica e l’occupazione, contrastando la povertà energetica”. 

La crisi dell’approvvigionamento di gas e l’impennata dei prezzi delle fonti fossili rappresentano una grande opportunità per dare nuovo impulso alle rinnovabili. Le bioenergie hanno coperto in media l’85% del calore rinnovabile utilizzato all’interno dell’UE nel 2019, producendo da sole un risparmio di gas a effetto serra (GHG) stimato in circa 160 MtCO2eq: più dell’attuale emissione annuale di Belgio e Slovacchia messe insieme. “I recenti avvenimenti in Europa legati alla sicurezza dell’approvvigionamento e alla dipendenza dalle fonti energetiche fossili russe hanno evidenziato la necessità di una maggiore produzione di energia rinnovabile – conferma in un commento al report di Bioenergy Europe Aleksi Salmirinne Vicepresidente di Valmet –. La biomassa e le altre forme di energia rinnovabile hanno un ruolo importante nel raggiungere i nostri obiettivi comuni e rendere il sistema energetico neutrale dal punto di vista climatico e allo stesso tempo migliorare la sicurezza dell’approvvigionamento. C’è quindi un grande potenziale di crescita per l’utilizzo della biomassa, che può anche essere combinata con residui e rifiuti industriali, supportando così l’efficienza delle risorse e la flessibilità dei combustibili”.