Maxi-sequestro di pellet contraffatto a Verona: il rigore degli standard ENplus® contro frodi e mercato sommerso

sequestro di pellet
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Sequestro di pellet a Legnago (VR): oltre 400 tonnellate bloccate dalla Guardia di Finanza per frodi, etichette ingannevoli e uso illecito del marchio ENplus®. Il traffico, spesso con origine balcanica, coinvolge filiere non certificate. L’ufficio ENplus® Italia collabora alle indagini per tutelare i consumatori e la filiera basata sulla qualità

La Compagnia di Legnago (VR) della Guardia di Finanza ha sequestrato oltre 400 tonnellate di pellet, di diverso tipo e per ragioni diverse, che vanno dall’assenza di indicazioni in lingua italiano alla frode in commercio per l’indicazione di poteri calorifici irrealistici, fino alla contraffazione del marchio ENplus®, a causa di filiere di approvvigionamento non certificate.

In quest’ultimo caso, l’azienda italiana proprietaria del brand risulterebbe parte lesa e ha collaborato attivamente con l’Ufficio ENplus® per confermare l’illecito. L’intervento veronese segue altre iniziative analoghe recenti, nonché altre passate.

In collaborazione con l’Ufficio centrale ENplus® sito a Bruxelles, l’Ufficio ENplus® Italia sta supportando le Dogane e la Guardia di Finanza per fare luce su un traffico di pellet contraffatto, spesso d’origine balcanica, che viene commercializzato attraverso numerose intermediazioni di altrettanti soggetti stranieri e nazionali, venendo poi offerto a prezzi distorsivi rispetto alle usuali dinamiche di mercato.

Preme sottolineare che tutto questo è possibile anche grazie al rigore che, da sempre, contraddistingue l’applicazione degli standard ENplus® in Italia, inclusi l’approvazione delle singole grafiche di prodotto per singolo fornitore-cliente, il codice di approvazione delle grafiche stesse, il codice lotto stampato obbligatoriamente su ciascun sacco e la minuziosa attività di verifica e archivistica dell’Ufficio ENplus® Italia.

Gli interventi della Guardia di Finanza, a cui va il plauso dell’intero settore, dimostrano la serietà del marchio ENplus®, principale schema di certificazione della qualità del pellet di legno, e il presidio del mercato svolto da AIEL, a tutela dei consumatori e degli operatori onesti della filiera, riuniti nell’ambito del Gruppo Pellet.

È convinzione diffusa tra gli operatori del settore del pellet che questi fenomeni, spesso associati a meccanismi d’elusione d’imposta, sarebbero sensibilmente inferiori se il pellet beneficiasse dell’aliquota IVA agevolata al 10%, anziché quella ordinaria del 22%. Infatti, l’abbassamento dell’Iva avvenuta nel 2023 e nel primo bimestre del 2024 ha avuto effetti molto positivi nel contrasto al mercato sommerso, determinando un considerevole minor margine di guadagno per il potenziale evasore e, conseguentemente, riducendone la propensione al rischio.

La riduzione dell’imposta risponderebbe anche ai principi di neutralità tecnologica, riducendo di fatti il divario impositivo che si applica alle bioenergie rispetto ad altri combustibili utilizzati nel riscaldamento. Ne beneficerebbero anche le molte famiglie italiane che usano questo combustibile per riscaldarsi, contrastando efficacemente il diffuso fenomeno della povertà energetica.