Bando CSE 2025: un’occasione per le caldaie a biomassa e la transizione energetica nei Comuni

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Il Bando CSE 2025 – Comuni per la Sostenibilità e l’Efficienza energetica, promosso dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, rappresenta una concreta opportunità per ammodernare gli impianti pubblici e favorire la diffusione dell’energia rinnovabile, in particolare quella derivata da biomassa legnosa

Un’opportunità concreta per rinnovare il parco impianti pubblici e promuovere l’energia rinnovabile del legno è in arrivo nei prossimi mesi. Si chiama CSE 2025 – Comuni per la Sostenibilità e l’Efficienza energetica, ed è un avviso pubblico a sportello, emesso dal Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica, relativo alla concessione di contributi a fondo perduto per la realizzazione di interventi di efficienza energetica anche tramite interventi per la produzione di energia rinnovabile negli edifici delle Amministrazioni Comunali, , attraverso l’acquisto e l’approvvigionamento dei relativi beni e servizi con le procedure telematiche del Mercato Elettronico della Pubblica Amministrazione (MePA).

Dotazione finanziaria del bando CSE 2025

L’iniziativa Bando CSE2025 mette sul piatto ben 232 milioni di euro a fondo perduto per aiutare le amministrazioni comunali su tutto il territorio regionale a migliorare l’efficienza energetica e produrre energia rinnovabile negli edifici pubblici.

Questa dotazione finanziaria è così suddivisa:

  • Regioni meno sviluppate quali Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia: 186 milioni di euro, di cui 5% a disposizione esclusiva delle isole.
  • Regioni in transizione e più sviluppate quali Abruzzo, Molise, Sardegna, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, Provincia Autonoma di Bolzano, Provincia Autonoma di Trento, Toscana, Umbria, Valle d’Aosta, Veneto: 46,4 milioni di euro, di cui 5% a disposizione esclusiva delle isole.

Tipologia di interventi finanziabili

Un’occasione che riguarda direttamente il mondo delle caldaie a legna e a pellet, e che, a cascata, può rappresentare uno strumento strategico anche per i rivenditori e i professionisti del settore quali progettisti, installatori e manutentori.

Il bando, promosso nell’ambito del programma POC Energia e Sviluppo dei Territori 2014-2020, è strutturato in modo semplice ma incisivo: i Comuni possono presentare fino a 5 istanze, per un contributo compreso tra 40.000 e 221.000 euro per ciascun intervento, coprendo il 100% delle spese ammissibili. Gli interventi riguardano esclusivamente edifici pubblici non residenziali, come scuole, municipi, centri civici e simili, di proprietà comunale e con almeno l’80% del volume lordo ad uso pubblico.

Gli interventi finanziabili comprendono l’efficientamento energetico attraverso l’installazione di infissi, le schermature e il relamping (cioè la sostituzione dei vecchi corpi illuminanti con nuovi apparecchi a LED), nonché la produzione di energia rinnovabile utilizzando le seguenti tecnologie: fotovoltaico, solare temico, pompe di calore e caldaie a condensazione a biomassa.

Opportunità per le caldaie a biomassa

All’interno di questo ampio ventaglio di tecnologie ammesse, trovano spazio, quindi, le caldaie per il riscaldamento di ambienti e acqua calda sanitaria alimentate a biomassa legnosa (legna, pellet o cippato), a patto che rispettino alcune condizioni ben precise. Innanzitutto, l’installazione della nuova caldaia deve sostituire un generatore esistente, tra cui: caldaie a gasolio, caldaie a metano con efficienza inferiore alla classe B, impianti a biomassa obsoleti oppure apparecchi con più di vent’anni di servizio.

L’obiettivo è chiaramente quello di svecchiare il parco impianti pubblici, favorendo tecnologie rinnovabili ad alte prestazioni e ridotte emissioni. Non a caso, i requisiti tecnici richiesti sono molto selettivi e allineati agli standard ambientali più avanzati: le nuove caldaie devono avere almeno 5 stelle per potenze fino a 500 kWt, oppure un rendimento minimo del 92% per potenze superiori, con limiti di emissioni di particolato (PP) a 10 mg/Nm³, NOx a 150 mg/Nm³ e CO a 150 mg/Nm³. Valori compatibili con i miglioramenti ambientali oggi assicurati dalle migliori tecnologie a biomassa già disponibili sul mercato.

Va però segnalata una condizione importante: non possono beneficiare del finanziamento i Comuni ricadenti – anche solo in parte – nelle zone oggetto della procedura di infrazione europea per il superamento dei limiti di PM10. Una clausola che, pur rappresentando una limitazione, non cancella le numerose opportunità nelle aree montane, interne e nei piccoli Comuni che storicamente rappresentano il cuore del mercato delle biomasse legnose.

Modalità operative

Dal punto di vista operativo, l’accesso al contributo avviene esclusivamente attraverso il MePA – il Mercato Elettronico della Pubblica Amministrazione. I Comuni dovranno attivare le procedure di acquisizione sul MePA pubblicando le cosiddette RDO Evolute, cioè richieste di offerta che prevedono come criterio di aggiudicazione il minor prezzo, invitando così i fornitori a partecipare al bando. Qui entra in gioco il ruolo degli operatori, che dovranno essere già abilitati sul MePA per poter proporre le proprie soluzioni.

Un altro elemento interessante riguarda la copertura delle spese, che non si limita alla fornitura dell’impianto, ma include anche progettazione, installazione, collaudo, messa in esercizio, connessioni alle reti e garanzie. Una visione integrata che, oltre a semplificare la realizzazione degli interventi, favorisce la scelta di soluzioni “chiavi in mano”, aprendo spazi di collaborazione tra produttori, progettisti e aziende del territorio.

Tempistiche

Il calendario da tenere d’occhio è partito l’8 aprile 2025, con l’attivazione delle procedure per la selezione su MePA. Dal 5 maggio, i Comuni potranno accedere alla piattaforma e caricare le domande firmate digitalmente dai rappresentanti legali. Il termine ultimo per presentare le istanze è fissato al 30 settembre 2025, ma come sempre negli avvisi a sportello vale la regola del “chi prima arriva, meglio alloggia”. Considerato l’interesse crescente e la dotazione finanziaria limitata, è lecito aspettarsi una forte competizione tra Comuni, soprattutto nelle Regioni meridionali, dove è destinata la maggior parte delle risorse.

Per il settore del riscaldamento a biomassa, il bando CSE 2025 rappresenta un’ottima occasione per spingere verso l’alto la qualità del parco impianti pubblico, promuovere la diffusione delle tecnologie di ultima generazione e consolidare il ruolo delle filiere corte energetiche.

Il bando CSE in breve

Cos’è: un bando a fondo perduto per finanziare l’efficienza energetica e le rinnovabili negli edifici comunali.

Dotazione: 232 milioni di euro complessivi, contributo al 100% delle spese ammissibili.

Chi può partecipare: Comuni italiani, per edifici pubblici non residenziali (es. scuole, municipi).

Cosa finanzia: Impianti fotovoltaici, solare termico, pompe di calore, caldaie a biomassa legnosa ad alta efficienza. Sostituzione di impianti esistenti (gasolio, metano, vecchie biomasse).

Requisiti biomassa: Solo in Comuni fuori dalle aree soggette a infrazione UE per PM10 e caldaie con 5 stelle e basse emissioni.

Tempistiche:

  • 8 aprile 2025: avvio procedure su MePA
  • 5 maggio 2025: apertura presentazione domande
  • 30 settembre 2025: scadenza

Come partecipare: le forniture devono avvenire attraverso il Mercato Elettronico della PA (MePA) con fornitori abilitati.

Per approfondire

AIEL ha predisposto una presentazione di sintesi del bando con gli aspetti generali e quelli specifici per le caldaie a biomassa.

L’avviso ufficiale pubblicato dal Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica è disponibile qui.

ULTIMO SUGGERIMENTO: chi fosse interessato a partecipare al bando deve iscriversi quanto prima al MePA (info) in modo da essere preparato per le fasi successive.