Direttiva REDIII: l’Ue scrive il futuro delle biomasse legnose

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Il Parlamento Europeo conferma l’importanza della biomassa legnosa per il conseguimento degli obiettivi di energia rinnovabile al 2030

Il 14 settembre scorso il Parlamento Europeo ha adottato la sua posizione su due dossier chiave per il settore delle rinnovabili: la Direttiva sull’Efficienza Energetica (EED) e la Direttiva sulle Energie Rinnovabili (REDIII) la cui revisione era prevista dal pacchetto “Fit for 55” presentato da Bruxelles a luglio 2021, con l’obiettivo di tagliare le emissioni di CO2del 55% al 2030 a livello Ue

Ricordiamo, in ogni caso, che il processo legislativo non è ancora finito. Entrambe le direttive dovranno ora andare al cosiddetto “trilogo”, il negoziato tra Commissione, Consiglio e Parlamento europeo per definire il testo finale, che quindi potrà subire ulteriori modifiche rispetto alla versione attuale.

Nuovi target al 2030

Con 469 voti favorevoli, 93 contrari e 82 astensioni il voto sulla Direttiva sull’Efficienza Energetica (EED) ha stabilito che gli Stati membri, collettivamente, dovranno ridurre di almeno il 40% i consumi finali di energia entro il 2030 e di almeno il 42,5% i consumi di energia primaria, in confronto alle proiezioni del 2007.

Il voto sulla Direttiva sulle Energie Rinnovabili (REDIII), conclusosi con 418 voti favorevoli, 109 contrari e 111 astensioni ha dato via libera al nuovo target sulle rinnovabili, che dovranno raggiungere il 45% dei consumi finali di energia al 2030 contro l’attuale traguardo del 32% contenuto nella direttiva vigente.

Altro aspetto importante per il nostro settore riguarda l’incremento del target relativo all’utilizzo di energia da fonti rinnovabili nel settore del riscaldamento e del raffrescamento (Art. 23) che per ciascun Stato Membro è stato innalzato ad un valore indicativo pari a 2,3 punti percentuali (contro l’attuale valore di 1,3 pp) come media annuale calcolata per i periodi dal 2021 al 2025 e dal 2026 al 2030, partendo dalla quota di energia rinnovabile destinata al riscaldamento e al raffrescamento nel 2020.

Aumenta anche il target per la quota di energia da fonti rinnovabili, compreso il calore generato dall’energia elettrica da fonti energetiche rinnovabili, e da calore e freddo di scarto nel teleriscaldamento e teleraffrescamento (Art. 24) che ciascun Stato Membro deve innalzare di almeno 2,3 punti percentuali (contro l’attuale valore di 1 pp)  quale media annua calcolata per i periodi dal 2021 al 2025 e dal 2026 al 2030, partendo dalla quota di energia da fonti rinnovabili, compreso il calore generato dall’energia elettrica da fonti energetiche rinnovabili, e da calore e freddo di scarto nel teleriscaldamento e teleraffrescamento nel 2020.

Infine, viene ulteriormente rafforzata l’importanza di disporre di installatori e progettisti qualificati per il settore del riscaldamento e del raffrescamento (Art. 18) al fine di conseguire i target di energia rinnovabile in questo settore.

Quali altre modifiche sono state adottate dal Parlamento europeo?

Per il settore delle bioenergie sono state introdotte altre due modifiche importanti. La prima riguarda il divieto per gli Stati Membri, a partire dal 2026, di concedere sostegni alla produzione di energia elettrica da biomassa forestale in impianti per la produzione di sola energia elettrica, con poche e circostanziate eccezioni (Art. 3).

La seconda modifica introdotta riguarda l’obbligo di soddisfare i criteri di sostenibilità e di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra per la biomassa impiegata in impianti che producono energia elettrica, riscaldamento e raffrescamento con una potenza termica nominale totale pari o superiore a 7,5 MW, contro l’attuale soglia di 20 MW (Art. 29).

Inoltre, prima del voto, aveva sollevato molta preoccupazione la controversa proposta della possibile esclusione della biomassa legnosa primaria (PWB) dal conteggio per il raggiungimento dei target sulle rinnovabili che, tuttavia, non è stata accolta dal Parlamento che ha quindi affrancato la rinnovabilità della biomassa legnosa.

Un punto controverso del voto ha invece riguardato l’esclusione della biomassa legnosa primaria dai sussidi sulle rinnovabili.

Gli eurodeputati hanno, infatti, approvato un pacchetto di emendamenti di compromesso che prevede un minore utilizzo di biomassa legnosa primaria, ossia legno prelevato direttamente da boschi e foreste per la produzione energetica, stabilendo anche un tetto complessivo di partenza rispetto alla biomassa totale utilizzata, pari alla media percentuale di utilizzo nel periodo 2017-2022.

Fra le considerazioni introduttive alla direttiva si riporta una: “crescente consapevolezza della necessità di allineare le politiche in materia di bioenergia al principio dell’uso a cascata della biomassa, al fine di garantire un accesso equo al mercato delle materie prime della biomassa per lo sviluppo di biosoluzioni innovative e ad alto valore aggiunto e una bioeconomia circolare sostenibile. […] Nell’elaborare regimi di sostegno alla bioenergia, gli Stati membri dovrebbero pertanto tenere conto dell’approvvigionamento sostenibile disponibile di biomassa per usi energetici e non energetici, del mantenimento degli ecosistemi e dei pozzi di assorbimento del carbonio forestali nazionali, della protezione della biodiversità, dei principi dell’economia circolare e dell’uso a cascata della biomassa […]. Ad ogni modo, gli Stati membri dovrebbero evitare di promuovere l’uso di legname tondo di qualità per l’energia […]. Nei casi in cui nessun altro uso della biomassa legnosa sia economicamente sostenibile o ecocompatibile, il recupero energetico contribuisce a ridurre la generazione di energia a partire da fonti non rinnovabili. […] D’altro canto, nel definire le ulteriori implicazioni del principio dell’uso a cascata, è necessario riconoscere le specificità nazionali che guidano gli Stati membri nella definizione dei loro regimi di sostegno. […][1]


[1] Per il testo completo si rimanda al punto 4 dei “considerando quanto segue” del testo della Direttiva REDIII votato il 14 settembre (link)