Quali fattori spingono o frenano la produzione di energia elettrica da pellet

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L’evoluzione del mercato del pellet a uso industriale può influenzare in modo rilevante l’andamento del segmento domestico, conosciuto anche come mercato premium (e viceversa). Per comprendere meglio l’andamento e le tendenze del settore del pellet nel suo insieme, sono quindi necessari una visione e un approccio integrati. Per questo motivo forniamo di seguito alcune informazioni di base sul settore industriale, utili a comprendere come questo possa incidere sull’andamento del settore domestico.

Industriale e premium: le differenze fondamentali

Com’è noto, il mercato industriale del pellet mira principalmente alla generazione di elettricità e calore in impianti di grandi dimensioni, mentre quello domestico si concentra sulla produzione termica (riscaldamento) residenziale. Nonostante queste forti differenze di base, i mercati internazionali del pellet a uso industriale e domestico sono interconnessi e si influenzano reciprocamente attraverso un fitto insieme di elementi che variano dalle dinamiche di mercato alle politiche governative.

Per garantirsi l’approvvigionamento delle grandi quantità necessarie a soddisfare i fabbisogni produttivi dei singoli impianti, le strategie di approvvigionamento (e i meccanismi di determinazione dei prezzi) del mercato industriale sono regolate primariamente da contratti a lungo termine, mentre solo una parte marginale è soggetta a quotazioni e prezzi “spot”. Questi, tuttavia, possono variare notevolmente, influenzare le percezioni del mercato e avere ripercussioni anche sui prezzi del pellet domestico: un rialzo delle quotazioni spot può dirottare l’offerta di pellet verso il segmento industriale, riducendone la disponibilità nel settore domestico.

Anche le politiche governative giocano un ruolo cruciale nella relazione tra i due segmenti di mercato: i sussidi per la produzione di energia rinnovabile e gli incentivi fiscali per l’uso domestico possono stimolare la domanda in entrambi i settori. Ad esempio, il supporto finanziario governativo può aumentare la domanda industriale, mentre incentivi fiscali per i consumatori possono stimolare il mercato domestico; al contrario, il mancato supporto dei progetti BECCS (Bioenergy with Carbon Capture and Storage, ossia Bioenergia con cattura e stoccaggio di carbonio) o l’applicazione di aliquote IVA ordinarie possono influenzare negativamente la domanda dei due settori.

Elettricità da pellet: quando conviene?

Clean dark spread” e “spark spread” sono termini usati nel contesto energetico per descrivere la redditività della generazione di elettricità da diverse fonti di energia, in particolare carbone e gas naturale.

  • Clean Dark Spread (CDS): è l’indicatore della misura del profitto potenziale derivante dalla generazione di elettricità utilizzando carbone. Si calcola sottraendo il costo del carbone e delle emissioni di carbonio dal prezzo di vendita dell’elettricità. Il costo delle emissioni di carbonio si calcola generalmente utilizzando il prezzo del carbonio stabilito dai mercati delle emissioni, come il sistema di scambio di quote di emissione dell’Unione Europea (EU ETS).
  • Clean Spark Spread (CSS): questo indicatore si riferisce alla generazione di elettricità da gas naturale e viene calcolato sottraendo il costo del gas naturale dal prezzo di vendita dell’elettricità.
  • Wood pellet Spread: analogamente, questo indicatore si riferisce alla generazione di elettricità facendo ricorso al pellet di legno; viene calcolato sottraendo il costo del pellet dal prezzo di vendita dell’elettricità.

Intuitivamente, quando il Wood pellet spread supera gli altri indicatori diventa conveniente puntare sul pellet anziché sulle fonti fossili tradizionali. Con la sola eccezione di quanto avvenuto durante la crisi energetica seguita alla guerra in Ucraina, lo spread del pellet si mantiene usualmente al di sopra degli indici CDS e CSS.

Remuneratività della produzione elettrica da carbone, gas naturale e pellet di legno
Fonte: Hawkins Wright

A loro volta, questi indici sono influenzati dal prezzo dell’energia e dai costi associati alle fonti combustibili. Attraverso i meccanismi di sussidio alla produzione energetica, i governi nazionali possono incentivare il ricorso alle energie rinnovabili a basse emissioni di carbonio, modificandone quindi la competitività rispetto a carbone e gas naturale.

In particolare, gli schemi di supporto come i Contratti per differenza (CfD, Contracts for Difference) presenti nel Regno Unito sono progettati per garantire stabilità economico-finanziaria e incentivare gli investimenti nella generazione di energia rinnovabile.

In sintesi, i CfD sono accordi tra i produttori di energia e il governo: il meccanismo di funzionamento prevede che ogni sei mesi il governo pubblichi un “prezzo di riferimento” del mercato, che rappresenta il prezzo medio dell’elettricità sul mercato all’ingrosso (baseload). Allo stesso tempo, il governo stabilisce con i produttori energetici un “prezzo di esercizio” contrattuale (strike price) per l’elettricità generata da fonti rinnovabili – come ad esempio il pellet di legno.

Il prezzo di riferimento è rappresentato dal prezzo all’ingrosso dell’energia elettrica nel mercato. Questo prezzo fluttua in base all’offerta e alla domanda di energia. Il prezzo di esercizio, noto anche come strike price, è il prezzo stabilito nel contratto che l’operatore riceverà per ogni megawattora (MWh) di energia prodotta.

Il prezzo di riferimento e quello di esercizio vengono poi comparati su base semestrale: se il prezzo di riferimento è inferiore al prezzo di esercizio, il produttore elettrico riceve la differenza economica (in positivo), mentre deve restituire la differenza (in negativo) quando il prezzo di riferimento supera quello di esercizio. Tuttavia, quando si verifica quest’ultima situazione, spesso accade che gli impianti riducano o cessino di generare energia da fonti rinnovabili, anziché sostenere perdite economiche.

Schema di funzionamento di un contratto per differenza
Fonte: Hawkins Wright

Il prezzo di riferimento pubblicato dal governo britannico si estende usualmente per un periodo di sei mesi: da ottobre a fine marzo e da aprile a fine settembre. Evidentemente, questo meccanismo incentivante incoraggia gli investimenti nello sviluppo di impianti a biomassa e a pellet, poiché riduce il rischio finanziario associato alla volatilità dei prezzi dell’energia.

Ecco spiegata una delle dinamiche principali che spingono o frenano la produzione di energia elettrica da pellet nel segmento industriale. Ne abbiamo parlato qui.