In occasione dell’anniversario di Vaia, Confartigianato Imprese Veneto ha voluto riportare al centro del dibattito la filiera del legno che, minata dai postumi della tempesta, dal bostrico e dal cambiamento climatico, necessita di un rilancio strutturale e di nuove politiche di ripresa e sviluppo
“Oggi, 27 ottobre, ricorre il quinto anniversario di Vaia, la tempesta catastrofica a cui è seguito il flagello del bostrico. Soprattutto in questo giorno è forte la consapevolezza che stiamo vivendo modificazioni climatiche che ci pongono di fronte a eventi straordinari, sui quali dobbiamo riflettere, ripensando gli attuali modelli di sviluppo, anche e soprattutto riguardo alla montagna (considerando l’ambiente alpino come unico e senza confini) e alla filiera del legno. Noi siamo convinti vada trovata una risposta corale al problema. Serve una cabina di regia Regionale sia per la filiera foresta-legno-energia che per quella legno-turismo”. E’ la proposta che Claudia Scarzanella Vice Presidente Vicario di Confartigianato Imprese Veneto e Bruno Mazzariol Presidente Federazione legno lanciano a Mogliano Veneto in occasione del convegno Legno: Foresta – Filiera – Futuro sostenibile. Iniziativa che chiude in Veneto la 1a edizione della Settimana della energia e Sostenibilità, voluta dalla Federazione Legno per sottolineare l’importanza economica e ambientale del patrimonio boschivo, per delineare e condividere con la politica i possibili nuovi scenari a cui andremo incontro grazie alla presenza di Federico Caner, Assessore Regionale con delega alle politiche dell’agricoltura e alla zootecnia, piano di sviluppo rurale, programma leader, fitosanitario, produzioni ambientali e vegetali e di Luca de Carlo, Senatore e Presidente della 9a Commissione del Senato: agricoltura, turismo, industria, e produzione agroalimentare e Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. Presente inoltre Alessandra Stefani: Direttore Generale del MIPAAF.
L’Assessore Federico Caner intervenuto in videoconferenza ha affermato: “dopo Vaia e adesso con il bostrico rafforzare la filiera forestale è divenuta una priorità per la Regione. Gli eventi straordinari hanno posto in primo piano il valore del legno portandoci a considerare la centralità della gestione forestale per essere più resilienti anche nella difesa del territorio da condizioni metereologiche straordinarie. Lo strumento è il nuovo Programma Regionale Forestale che si occuperà non solo di incentivi ma promuoverà nuove imprese di selvicoltura e l’associazionismo forestale. Non banale inoltre il binomio foresta-turismo. La gestione del bosco non deve solo concentrarsi sulla difesa della biodiversità. Il bosco deve essere sostenibile sia sotto l’aspetto ambientale ma anche economico e sociale. Si deve passare dalla “tutela” alla “gestione”. Gestire in modo corretto il bosco significa prevedere anche la presenza e l’intervento dell’uomo”.
“Gli abeti rossi, ma tutto il patrimonio boschivo regionale – prosegue la Vice Presidente Scarzanella – sono fondamentali per le lavorazioni artigiane (quasi 5.000 imprese e 15.000 addetti) che continuano a essere penalizzate dalla tempesta Vaia, dal bostrico, e dai cambiamenti climatici che, anche quest’estate, hanno colpito in maniera pesante la nostra regione. Per questo ci aspettiamo che questo momento di confronto possa fare sintesi, non solo dei problemi, ma trovare quelle soluzioni indispensabili alla filiera del legno, che deve ambire a mantenere quella eccellenza che l’ha contraddistinta nel corso degli anni”.
Il New Green Deal, con la politica della decarbonizzazione dell’economia e dei consumi energetici, apre al sistema foresta-legno notevoli opportunità di sviluppo. Due in particolare quelle emerse dalle relazioni di Davide Pettenella, Professore di economia e politica forestale Università di Padova, Annalisa Paniz, Direttrice generale di AIEL (Associazione Italiana Energie Agroforestali) e Adriana Miotto, Founder e Legale Rappresentante Just Good Tourism: la filiera foresta-legno-energia e quella legno-turismo.
E’ emerso che, in Veneto, le potenzialità offerte dallo sviluppo del sistema foresta-legno sono scarsamente valorizzate (e ancora prima sono poco riconosciute), anche se esistono iniziative di eccellenza come l’Osservatorio delle aste di legname della Camera di Commercio di Treviso e Belluno, l’Università di Padova e AIEL. Il Veneto è un “gigante” nella seconda lavorazione e commercializzazione dei prodotti legnosi, ma “nano” nella prima lavorazione del legname locale (segherie). “Si sente la mancanza di un quadro di sintesi anche se la predisposizione del Piano Forestale Regionale, attualmente in corso, potrebbe rappresentare una buona occasione per l’integrazione della filiera – ha sottolineato Pettenella – ma è necessario che il Piano diventi un reale impegno (anche finanziario) e che sia l’occasione per raccordare i soggetti della filiera: dai proprietari forestali e dai grandi proprietari pubblici e regolieri (che vanno stimolati ad organizzarsi in consorzi per attuare una politica di gestione pianificata e di vendite dei lotti), alle ditte boschive (per le quali va intensificato il processo di qualificazione professionale e le dotazioni di macchinari) e alle segherie (che vanno contrattualmente meglio collegate alla vendita di lotti boschivi creando stabili legami di fornitura e consentendo investimenti nell’ampliamento della capacità di lavorazione)”.
Altri strumenti innovativi vanno concretamente promossi: la certificazione forestale, la creazione di piattaforme logistiche per la concentrazione del legname, la semplificazione e velocizzazione dei processi amministrativi di autorizzazione ai tagli, lo sviluppo del mercato volontario dei crediti di carbonio (in base alle indicazioni del Regolamento Carbon Removal Certification da poco approvato dalla CE), l’organizzazione di altri Sistemi di Pagamento per Servizi Ambientali (crediti di biodiversità), la creazione, anche tramite la normativa sulle Green Communities, di impianti termici e cogenerativi a rete per le filiere locali delle biomasse legnose nei territori montani. Tutto questo per superare la logica degli interventi emergenziali di ripristino, riducendo, necessariamente, quelli di miglioramento dell’ordinaria gestione e di adattamento dei boschi ai cambiamenti climatici.
La qualificazione della filiera foresta-legno-energia a scala locale e regionale può e deve quindi rappresentare uno degli asset strategici del programma forestale regionale (attuazione dell’art. 6 del TUFF D.lgs. 34/2018), in coerenza con la Strategia forestale nazionale, quale strumento per contribuire al raggiungimento degli obbiettivi climatici, di decarbonizzazione e di produzione da energia da fonti rinnovabili, acquisendo una particolare importanza nell’ambito dei contesi socioeconomici della aree interne e montane. Ma serve che il cambiamento nel settore forestale della Regione del Veneto sia strutturale. E perché ciò avvenga servono una “cabina di regia” e una condivisione delle politiche industriali, energetiche e ambientali collegate alla foresta.
L’impatto delle calamità climatiche nel settore del legno, oltre ad aprire un tema di gestione dell’emergenza, ha portato a interrogarsi su quali possano essere le ridefinizioni di alcuni caratteri delle economie legate alla filiera del legno anche alla luce del profondo cambio di paesaggio che questi cambiamenti hanno portato, una delle direzioni è il turismo. La costruzione di una proposta turistica, nel mondo del legno, richiede un approccio strategico e mirato che possa valorizzare, da un lato le professionalità e la creatività degli artigiani e, dall’altro, quelle aree naturalistiche che venivano sfruttate con obiettivi e finalità oggi non più sostenibili.
Come ogni mezzo complesso, anche un sistema legno-turismo, ha bisogno di una guida, di direttive che possono essere delineate attraverso un tavolo regionale dedicato, che potrebbe sviluppare una strategia coerente con quelle delle altre attività regionali che operano nei settori artigianali e turistici, massimizzando così l’impatto della filiera e migliorando le sinergie.
3 esempi di buone pratiche di sostenibilità
Claudia Scarzanella Titolare della Traiber SAS e Sara Ferrari: Ingredients Innovation Specialist Unifarco S.p.a. “Dal bosco all’integratore alimentare: quando il legno diventa salute”; Dario Scopel Sindaco di Seren del Grappa: Seren del Grappa: “quando l’amministrazione diventa sostenibile” e Diego Morlin Ideatore del Parco del Sojo: Il parco del Sojo tra legno e natura “quando il caos genera bellezza”.
Le conclusioni sono state tratte da: Luca De Carlo Senatore e Presidente della 9 Commissione del Senato: agricoltura, turismo, industria, e produzione agroalimentare; Alessandra Stefani: Direzione Generale foreste ed economia montana del MIPAAF e Bruno Mazzariol: Presidente Federazione Legno Confartigianato veneto.
La conta dei danni in occasione dell’anniversario di Vaia
Complessivamente in Veneto a causa di Vaia sono andati distrutti 20.000 ettari di bosco con 4 milioni di metri cubi di legname a terra, per la maggior parte nella provincia di Belluno (67%), in parte in quella di Vicenza (32%) e solo minimamente in quella di Treviso (1%). I danni attribuibili al bostrico ammontano, all’agosto 2023 a circa 2 milioni di metri cubi di legname, pari a circa la metà del danno di Vaia. In termini di superficie, sono stati interessati da attacchi oltre 10.000 ettari di boschi, prevalentemente nel settore orientale, dove la perdita di copertura della superficie boscata raggiunge valori significativi, in particolare su alcuni bacini idrografici.
La filiera del legno arredo artigiana veneta
Ben 4.874 imprese di cui 391 segherie e imprese boschive (le più colpite), 2.136 dell’arredo e 2.347 serramentisti in legno con oltre 15 mila addetti, è strettamente legata all’economia del bosco e quindi guarda con strema preoccupazione al drammatico fenomeno del bostrico.
3 esempi di buone pratiche di sostenibilità
1. Claudia Scarzanella Titolare della Traiber SAS e Sara Ferrari: Ingredients Innovation Specialist Unifarco S.p.a.
Dal bosco all’integratore alimentare: quando il legno diventa salute
Un esempio concreto di economia circolare nato dalla collaborazione tra due aziende del bellunese in cui lo scarto della lavorazione del larice (la corteccia) viene valorizzato in un ambito, all’apparenza, lontanissimo: l’integrazione alimentare. Unifarco, azienda bellunese impegnata da sempre a creare una vera cultura del benessere e ad immettere sul mercato prodotti cosmetici, nutraceutici, dermatologici, dispositivi medici e di make-up efficaci, sicuri ed accessibili, custode e interprete -sin dalla fondazione- di un approccio realmente etico, consapevole e sostenibile, è infatti in grado di estrarre dalla corteccia del larice molecole “nobili” che svolgono una importante funzione di difesa delle alte vie respiratorie. La procedura è innovativa e prevede cautele particolari (di pulizia e di controllo qualità) anche nella fase di taglio. Dopo di che numerose analisi, procedure di estrazione e standardizzazione rigorose portano ad un ingrediente alimentare brevettato di elevata e controllata qualità.
2. Dario Scopel Sindaco di Seren del Grappa
Seren del Grappa: “quando l’amministrazione diventa sostenibile”
Mini-rete di teleriscaldamento a cippato
A Seren del Grappa, grazie alla lungimiranza dell’amministrazione locale e l’attenzione alla filiera boschiva è stato possibile valorizzare il legno locale per scaldare ad un prezzo competitivo gli edifici pubblici sostituendo le fonti fossili per una vera e propria transizione ecologica. La caldaia a biomassa fornisce calore agli edifici pubblici del capoluogo (scuole, palestra, centro servizi, Municipio) e casa di riposo. Permette in un contesto in cui il metano e il gasolio hanno raggiunto prezzi fino a pochi mesi fa inimmaginabili, di mantenere il costo del calore praticamente a livelli pre crisi energetica. Il cippato non proviene solo da boschi serenesi ma è comunque proveniente da filiera corta ossia nell’arco di 70 km e quindi dal territorio provinciale. Tra i problemi da risolvere la difficoltà, per i consorzi silvopastorali, di intervenire sulle infrastrutture esistenti perché i bandi del PSR hanno via via modificato i regolamenti e questo comporta un problema non di poco rilievo visto che senza le centinaia di chilometri di strade silvopastorali realizzati dai Consorzi non ci sarebbe la possibilità di scalare e valorizzare i boschi delle nostre montagne.
3. Diego Morlin Ideatore del Parco del Sojo
Il parco del Sojo tra legno e natura “quando il caos genera bellezza”
Una esperienza “privata” di come un’area abbandonata possa, grazie al turismo, essere riportata a luogo “magico”. 8 ettari abbandonati da 50anni, dopo una importante azione di pulizia e messa in sicurezza e soprattutto grazie alla intuizione di legare la natura all’arte (80 opere d’Arte Contemporanea realizzate da artisti italiani e stranieri, molte delle quali realizzate direttamente sul posto e con materiali naturali (legno, pietra), acciaio, bronzo, ceramica o gres, hanno reso il Parco del Sojo l’unico parco di arte contemporanea privato in Veneto inoltre tra i più importanti parchi d’arte d’Italia.