Il futuro delle biomasse in Piemonte nel nuovo Piano Regionale di qualità dell’aria

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Per accompagnare la decarbonizzazione dei sistemi civile ed economico, la produzione di energia termica da biomassa legnosa ricopre un ruolo molto rilevante, ma servono turn over tecnologico e regolamentazioni ad hoc

Il Piano Regionale di qualità dell’aria (PRQA) è lo strumento di cui ogni Regione deve dotarsi per la programmazione, il coordinamento e il controllo in materia di inquinamento atmosferico, ed è finalizzato al miglioramento progressivo delle condizioni ambientali e alla salvaguardia della salute dell’uomo e dell’ambiente.

Il PRQA attualmente in vigore in Regione Piemonte è stato approvato dal Consiglio regionale con DCR n. 18-28783 del 10 dicembre 2024 e il presidente della Giunta, Alberto Cirio, è così intervenuto al termine del voto: “Abbiamo recepito tutti i nuovi parametri dettati della Direttiva europea e recepiti dalla legge dello Stato, questo è un piano su base scientifica; Arpa Piemonte ci ha assicurato che è in grado di raggiungere gli obiettivi prefissati. Lo abbiamo fatto di concerto con le Province e i Comuni del Piemonte, con cui abbiamo chiarito le singole competenze. Ci aiuterà nella transizione ecologica ed è già operativo”.

Gli ambiti di intervento individuati dal Piano e a i quali il Piano stesso deve indirizzare le proprie politiche, prescrizioni sono quattro: mobilità e aree urbane, attività produttive, agricoltura e zootecnia ed energia e biomasse; in merito a quest’ultime il Piano fa particolare riferimento alla transizione energetica da combustibili fossili a fonti rinnovabili e alla combustione non industriale delle biomasse legnose, incentivando e promuovendo interventi di rinnovo e di manutenzione del parco impiantistico e azioni di efficientamento energetico.

Il PRQA individua nelle biomasse legnose la principale FER termica e una quota significativa del totale delle FER regionali con un utilizzo diffuso in tutto il territorio piemontese sia in ambito civile residenziale sia negli ambiti industriale e del terziario.

Per quanto riguarda l’utilizzo della biomassa legnosa nell’ambito civile residenziale, il parco generatori regionale, con riferimento all’anno base 2019, conta un totale di 585.000 apparecchi così suddivisi: poco più di 386.000 generatori a pezzi di legna e poco più di 197.000 generatori a pellet.

Tabella 1 – Parco generatori a legna (2019)

Tabella 2 – Parco generatori a pellet (2019)

Osservando le tabelle 1 e 2 è evidente come la maggior parte dei generatori, sia a legna sia a pellet, ricada nella classificazione a 2 e 3 stelle (con l’unica eccezione delle stufe a pellet 4 stelle), segno che ci sono ampi margini affinché il turn over tecnologico, grazie all’incentivo Conto Termico e ai bandi regionali, dia i suoi frutti in termini di riduzione delle emissioni e affinché il mercato torni a essere più interessante per i produttori di tecnologia.

Sul fronte dei biocombustibili legnosi, il Piano stima il consumo annuale di legna da ardere pari a circa 1,6 milioni di metri cubi e il consumo di pellet pari a 0,7 milioni di metri cubi.

Alla luce di questi dati il Piano sancisce come “l’impiego di biomasse legnose sia un elemento essenziale e strategico sia in termini di decarbonizzazione del settore energetico, sia di sostegno all’economia rurale e alla gestione forestale del Piemonte. Tuttavia le peculiarità dei combustibili e dei loro impieghi impongono una corretta gestione e pianificazione come elemento imprescindibile per non far confliggere le esigenze energetiche e forestali e quelle di tutela della qualità dell’aria”.

Per questo motivo le 3 Misure, suddivise in 21 Azioni, previste dal Piano all’interno dell’Ambito di intervento Energia e biomasse sono state strutturate per rispondere a tre precisi obiettivi: la riduzione dei consumi energetici, l’aumento del contributo delle rinnovabili ai consumi finali, la riduzione delle emissioni climalteranti.

La seconda Misura, specificatamente dedicata agli interventi di riduzione delle emissioni degli impianti a biomassa, è stata sviluppata sulla base di queste linee d’indirizzo regionali:

  • Accompagnare la transizione verso un modello di utilizzo dei biocombustibili legnosi più efficace e responsabile, creando le condizioni per il controllo ma valorizzando il ruolo di promozione e supporto dell’ente pubblico.
  • Svolgere un’azione coordinata su tutti gli elementi rilevanti per le emissioni: formazione degli utilizzatori, qualità tecnica e progettuale di generatori e componenti d’impianto, qualità dei combustibili legnosi, riduzione dei fabbisogni energetici degli edifici.
  • Sensibilizzare e responsabilizzare i vari attori tecnico-economici della filiera dei combustibili legnosi come elemento chiave per ottenere sia il censimento e il monitoraggio degli impianti, sia la loro realizzazione, conduzione e manutenzione alla regola dell’arte.
  • Uniformare sul territorio regionale le condizioni di installazione ed esercizio così che la rete vendita sia facilitata e possa fornire ai clienti un’informazione chiara e aggiornata.
  • Favorire l’accatastamento degli impianti e la formazione e l’assistenza degli utilizzatori.
  • Concentrare i controlli sui soggetti economici della filiera, che consentono un effetto moltiplicatore, e su condizioni di emissioni moleste, intervenendo sui cittadini utilizzatori solo in un secondo momento e con approccio proattivo e non sanzionatorio.

L’obiettivo di rinnovare in tempi accelerati il parco generatori regionale, quindi si accompagna alla formazione degli utilizzatori finali e al controllo della filiera, in linea con le indicazioni che provengono dalla letteratura scientifica per cui la sostituzione dei generatori debba essere sempre accompagnata da adeguata conduzione quotidiana, installazione e qualità dei biocombustibili legnosi utilizzati.