Grazie alle biomasse è possibile decarbonizzare il 56,6% dei consumi finali termici: necessario rivedere i target del Piano
AIEL-Associazione italiana energie agroforestali, che rappresenta le imprese italiane che operano lungo la filiera legno-energia, ha partecipato all’audizione delle commissioni riunite Ambiente e Attività Produttive della Camera dei deputati presentando una serie di proposte e osservazioni in merito alla revisione del Piano Nazionale Integrato Energia-Clima.
“Secondo AIEL è prioritario mantenere un approccio tecnologicamente neutro alle fonti energetiche rinnovabili per realizzare una transizione realmente efficace e inclusiva – dichiara Domenico Brugnoni, Presidente di AIEL – prevedendo una crescita di tutte le tecnologie disponibili nell’ambito di un mix energetico rinnovabile, senza rinunciare al determinante contributo delle biomasse legnose”.
Potenziale di sviluppo delle biomasse legnose
Annalisa Paniz, Direttrice generale dell’associazione, ha evidenziato ai parlamentari le potenzialità di sviluppo delle biomasse legnose che potrebbero derivare dalla revisione del PNIEC, approfondendo le principali criticità individuate nell’attuale formulazione del Piano.
“Senza un adeguato contributo delle bioenergie e puntando sostanzialmente solo sulla crescita di pompe di calore e biometano – ha spiegato nel corso dell’audizione Paniz – difficilmente il nostro Paese riuscirà a raggiungere l’obiettivo già fissato di coprire con fonti rinnovabili il 37% dei consumi finali lordi di energia termica entro il 2030. Le bioenergie in Italia rappresentano un elemento fondamentale per massimizzare i benefici della transizione ecologica; tuttavia, nella versione del PNIEC trasmessa a Bruxelles nel luglio 2023, il ruolo delle bioenergie nel settore termico veniva ridotto passando dagli attuali 7,4 a 6,15 Mtep all’anno”.
Considerando le risorse a disposizione, ed escludendo quelle già necessariamente impiegate per energia elettrica e trasporti (in base alle previsioni del PNIEC), è possibile puntare ad un obiettivo complessivo al 2030 di 16,5 Mtep di energia termica prodotta da bioenergia rispetto ai 6,15 Mtep previsti dall’attuale formulazione del PNIEC. Del totale di 16,5 Mtep, 10,7 Mtep sono biomasse legnose di origine agricola e forestale.
Nello specifico, 3,5 Mtep da gestione forestale sostenibile con approccio a cascata delle risorse e 5 Mtep da potature agricole e dal “fuori foresta”, ossia biomassa legnosa che difficilmente può trovare una valorizzazione economica se non nel settore energetico. Si aggiungono poi 2,2 Mtep derivanti dall’importazione di biocombustibili legnosi, quota che potrebbe sensibilmente diminuire se si riuscisse a valorizzare meglio il patrimonio forestale nazionale. In questo modo, sarebbe possibile decarbonizzare il 56,6% dei consumi finali termici, allineando gli obiettivi a quanto previsto dal Green deal e facendo un passo importante verso gli ancor più sfidanti obiettivi del 2050.
Nessun rischio per la qualità dell’aria
“Le nuove tecnologie a biomassa nel settore degli impianti termici civili e soprattutto nel settore degli impianti termici a servizio dei processi produttivi industriali, compreso il teleriscaldamento e la cogenerazione ad alto rendimento, consentono già oggi di ottenere valori di emissione di particolato e carbonio organico dello stesso ordine di grandezza dei combustibili fossili, generando ulteriori e significativi benefici ambientali – ha concluso Paniz nel suo intervento –. Questi impianti devono essere considerati un’alternativa valida per la decarbonizzazione del settore, non determinando alcun peggioramento della qualità dell’aria locale, come dimostrato ampliamente dalla letteratura tecnica e scientifica”.
L’audizione nella sua forma integrale, completa di tutti gli interventi, è disponibile qui; l’intervento di AIEL parte dal minuto 43:30.