Nei giorni scorsi a Bruxelles si è parlato ancora di transizione energetica e di obiettivi ambientali. L’impegno fissato per il 2030 potrebbe subire proroghe legate alle condizioni oggettive del nostro Paese, soprattutto ai tempi necessari per intervenire sul patrimonio edilizio, ma il percorso verso la decarbonizzazione è ormai ineludibile.
Il cambiamento deve anche essere vantaggioso economicamente, per essere accettato da un’utenza già duramente colpita dagli aumenti di costo delle fonti fossili. Deve essere un cambiamento che porti benefici diffusi, tangibili e immediati. Le biomasse sono una soluzione.
Biomasse, il vantaggio dei costi rispetto al gas
Cominciando dai costi, sappiamo che l’anno scorso il gas è aumentato del 650% in pochi mesi.
Ma negli anni il costo sopportato dalla collettività, tra incentivi e investimenti statali, è stato enorme. Nel 2021 13,4 miliardi di euro erano riconducibili a sussidi diretti alle fonti fossili, mentre 28,4 miliardi a sussidi indiretti.
La crisi ha causato, di riflesso, anche l’aumento di prezzo delle rinnovabili, ma a percentuali molto più contenute. Si tratta di aumenti nel breve periodo assorbibili con un incremento della produzione, quindi della disponibilità sul mercato.
La domanda trascina l’offerta: già in un anno e mezzo sono stati avviati 11 nuovi stabilimenti di produzione di pellet in Francia e 7 in Austria e, per l’autunno che è alle porte, si prevede non solo un riassorbimento degli aumenti, ma una sensibile riduzione.
“Quello delle biomasse è un mercato al riparo da speculazioni”
“Si tratta di una produzione tutta europea, che costituisce quindi un mercato che segue regole condivise, al riparo da speculazioni e da ricatti da parte di Paesi monopolisti“, precisa Paolo Giarda, responsabile energie rinnovabili di Carbotermo, società che punta la sua attività sull’utilizzo delle biomasse.
In termini comunitari va anche considerato l’aspetto dell’approvvigionamento della materia prima, tema sul quale i dati smentiscono ogni timore di impatto ambientale
“Le superfici boschive europee da cinquant’anni sono in costante crescita – continua Giarda – Il patrimonio boschivo europeo è aumentato negli ultimi cinquant’anni del 220% e quello italiano del 100%. Abbiamo 12 milioni di ettari di bosco su una superficie complessiva italiana di 31 milioni di ettari. Il bosco cresce in Italia di 900 m² al minuto. Una cosa è chiara: avere una risorsa in crescita e non pianificarne la valorizzazione economica è un errore.”
Considerando poi anche i residui agricoli, la paglia del riso, il nocciolo dell’oliva, le potature dei frutteti, eccetera, i dati ci dicono che sono disponibili materiali di scarto sufficienti a sostituire 10 miliardi di metri cubi di gas.
“Privilegiare le fonti rinnovabili del territorio, come le biomasse legnose, comporta ricadute economiche e occupazionali positive”
“In tutti i settori dell’energia, e in particolare nel comparto termico, privilegiare le fonti rinnovabili disponibili sul territorio, come le biomasse legnose, determina importanti ricadute positive in termini economici e occupazionali, con un valore aggiunto che rimane sul territorio, oltre a garantire benefici ambientali in termini di emissioni di CO2– afferma Annalisa Paniz, Direttrice generale di AIEL, Associazione italiana energie agroforestali – Non solo, la produzione a scopo energetico di biomasse solide da filiere locali assicura anche continuità, stabilità e programmabilità: tre aspetti centrali per rendere la transizione ecologica realmente sostenibile e inclusiva, ma soprattutto in grado di garantire la necessaria sicurezza energetica per i cittadini europei”.
Fin qui la convenienza, ma le biomasse sono una importante risposta all’altro obiettivo della decarbonizzazione, cioè l’abbattimento delle sostanze inquinanti.
Le emissioni climalteranti dipendono dai combustibili, cioè da quello che si brucia. In questo senso le biomasse producono un impatto sostanzialmente uguale a zero, poiché la CO2 che rilasciano è già parte dell’ecosistema, perché era riferita in origine alla pianta da cui la biomassa – qualunque essa sia – deriva.
Le emissioni inquinanti? Dipendono dalla tecnologia di combustione
Le emissioni inquinanti dipendono invece dalla tecnologia di combustione. “L’esempio più lampante – aggiunge Giarda – è quello del mercato automobilistico dove con il medesimo combustibile un’autovettura Euro 6, inquina il 95% in meno di una Euro 0. Un processo analogo vale per le caldaie a biomassa: c’è una enorme differenza tra un camino, una stufa e una caldaia di ultima generazione. Esiste già una tecnologia applicata alle più moderne caldaie che porta le emissioni di particolato vicino allo zero.”
Su questo tema Regione Lombardia a ottobre del 2022, ha emanato la DGR 5360 che va esattamente in questa direzione e oggi è uscito un nuovo addendum, la Deliberazione N°XII / 816 che regola impianti a carica manuale e l’utilizzo delle ceneri.
“L’aspetto che ci preme sottolineare – prosegue Annalisa Paniz – è quello della necessità di mantenere un approccio di neutralità tecnologica in sede di discussione politica, l’unico che consente complementarità e sinergia tra le diverse tecnologie esistenti. Per vincere le sfide lanciate dal Green Deal europeo, le politiche di incremento dell’energia da fonti rinnovabili devono basarsi su una strategia complessiva di decarbonizzazione dell’economia in linea con gli indirizzi comunitari e nazionali in materia climatica, ambientale, di economia circolare e bioeconomia, puntando su soluzioni sostenibili anche dal punto di vista economico e sociale.”
Classi energetiche, risparmio dei costi e valorizzazione degli immobili
C’è infine un tema fondamentale a favore dell’adozione di impianti di riscaldamento alimentati a biomasse, nell’ottica dell’interesse diretto del cittadino, oltre a quello del risparmio nei costi di utenza: il valore dell’immobile.
L’adozione di un impianto moderno consente un avanzamento di classe energetica che se porta da G ad A può attribuire un maggior valore tra il 30% e il 40%, sicuro nel tempo perché non soggetto a probabile usura come le soluzioni di isolamento termico.
Con questa panoramica supportata da dati certi, intendiamo avviare un confronto e un’informazione seria, senza pregiudizi, a beneficio dei consumatori così duramente provati da una fase storica che ha e continuerà ad avere nelle scelte energetiche un punto critico.
Intendiamo contribuire ad una svolta che vada oltre provvedimenti di emergenza destinati a ripercuotersi sui conti pubblici e contemporaneamente offrire una soluzione seria e sostenibile al processo ineludibile di decarbonizzazione.