Mantenuta la dotazione complessiva annua di 900 milioni di euro, è stato previsto che le risorse destinate alla pubblica amministrazione aumentassero da 200 a 400 milioni di euro e che quelle destinate al settore privato passassero da 700 a 500 milioni di euro
Il meccanismo di incentivazione «Conto Termico», previsto dal decreto interministeriale 16 febbraio 2016, finanzia interventi per l’incremento dell’efficienza energetica e la produzione di energia termica da fonti rinnovabili per impianti di piccole dimensioni.
La dotazione complessiva del meccanismo è pari a 900 milioni di euro annui: di questi, 200 milioni di euro erano inizialmente destinati alle Pubblica Amministrazione e 700 milioni di euro erano riservati ai privati (che accedono solo per gli interventi di produzione di energia termica).
A seguito del monitoraggio dell’andamento del meccanismo effettuato dal Gestore dei servizi energetici (GSE), che aggiorna, con cadenza mensile, il «Contatore del Conto Termico», calcolato come somma delle «rate» di incentivi da erogare nell’anno di riferimento, è emerso il progressivo aumento della fiducia e della conoscenza dello strumento da parte delle Pubbliche Amministrazioni che ha comportato una costante crescita delle istanze per interventi di efficientamento energetico di edifici pubblici. Di conseguenza, alla fine dello scorso anno 2022, si è registrato un progressivo avvicinamento al limite massimo di 200 milioni di euro annui previsti per le Pubbliche Amministrazioni. Al contempo, si è rilevato che il contingente messo a disposizione del settore privato è risultato ampiamente eccedente rispetto alle effettive richieste di accesso allo strumento di incentivazione (che si sono attestate intorno ai 200 milioni di euro).
Per tali ragioni, ed evitare il blocco dell’incentivazione di nuovi interventi delle Pubbliche Amministrazioni, considerato anche il ruolo riconosciuto all’efficientamento energetico degli edifici pubblici, il Ministero dell’Ambiente, nel mese di aprile scorso, ha formulato una proposta normativa emendativa finalizzata a rimodulare la distribuzione delle risorse prevista dal citato decreto interministeriale 16 febbraio 2016: è stato in particolare previsto, ferma restando la dotazione complessiva annua di 900 milioni di euro, che le risorse destinate alla PA aumentassero da 200 a 400 milioni di euro e che quelle destinate al settore privato passassero da 700 a 500 milioni di euro. Questo emendamento è stato approvato nel corso dell’iter di conversione del decreto-legge 24 febbraio 2023, n. 13 (articolo 47, comma 9-bis), rubricato «Disposizioni urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e del Piano nazionale degli investimenti complementari al PNRR (PNC), nonché per l’attuazione delle politiche di coesione e della politica agricola comune».
Quindi, il contatore del Conto Termico aggiornato al 1° luglio 2023 si riferisce ai nuovi limiti di spesa annui previsti, come modificati dal D.L. 13/2023, convertito con legge 21 aprile 2023, n.41 (articolo 47 ,comma 9 bis). Nello specifico il contatore stima un impegno di spesa complessivo per l’anno 2023 pari a 338 milioni di euro di cui 158 per interventi di privati e 180 per quelli realizzati dalle PA (dei quali 39 milioni mediante prenotazione). Questi numeri dimostrano che l’abbassamento delle risorse destinate al settore privato non avrà un impatto negativo sulle possibilità di accedere all’incentivo del Conto Termico. Emerge, infatti, come vi siano ancora ampi margini per incrementare il ricorso a questo sistema incentivante da parte dei privati e confidiamo vi sia un ulteriore impulso al turnover tecnologico favorito anche dai bandi regionali sinergici al Conto Termico.