Con la Delibera n. 377 del 15/04/2025, la Regione Veneto ha aggiornato il PRTRA: rafforzate le misure già esistenti e introdotte nuove azioni su riscaldamento domestico, trasporti e industria, puntando alla riduzione delle emissioni e al rispetto della nuova direttiva europea sulla qualità dell’aria, con l’obiettivo di evitare sanzioni e migliorare la salute dei cittadini
Con Deliberazione n. 377 del 15/04/2025 (pubblicata sul BUR n. 56 del 29/05/2025) la Giunta Regionale del Veneto ha approvato l’aggiornamento del Piano Regionale di Tutela e Risanamento dell’Atmosfera (PRTRA) che aggiorna, rafforza e mette a sistema i provvedimenti adottati nel tempo dalla Regione del Veneto per il miglioramento della qualità dell’aria.
I motivi dell’aggiornamento del PRTRA
L’aggiornamento si è reso necessario dopo la sentenza di condanna della corte di Giustizia europea avvenuta il 10 novembre 2020 per il sistematico e continuativo superamento dei valori limite annuale e giornaliero del PM10. Alla sentenza è seguita la lettera di messa in mora da parte della Commissione Europea, del 13 marzo 2024, ai sensi dell’art. 260 del TFUE con cui viene imputato allo Stato italiano di non aver adottato tutte le misure necessarie per dare esecuzione alla sentenza del 10/11/2020. Attualmente si è in attesa che sia decisa da parte della Corte di Giustizia la sanzione per non aver rispettato i limiti per la qualità dell’aria.
In questo contesto un decreto legge, il n. 121/2023 poi convertito con legge n. 55 del 6 novembre 2023, al fine di assicurare l’esecuzione della sentenza della Corte di Giustizia europea, ha imposto alle 4 Regioni del Bacino Padano, tra cui il Veneto, l’aggiornamento entro 12 mesi (settembre 2024) dei rispettivi piani di qualità dell’aria.
L’aggiornamento del Piano, arrivato con la suddetta Deliberazione n. 377, con il fine ultimo di dimostrare il concreto impegno della Regione del Veneto nel miglioramento della qualità dell’aria ha previsto il rafforzamento delle misure già individuate in precedenza oltre che alla stesura di nuove aggiuntive misure tali da renderlo in grado di soddisfare le richieste della Commissione Europea e limitare il danno economico dovuto alla sanzione, e di raggiungere risultati in linea con i più sfidanti obiettivi della nuova direttiva europea sulla qualità dell’aria (direttiva UE 2024/2881).
Inoltre, a livello nazionale, sempre per migliorare i rapporti con l’Unione Europea, sul fronte dell’impegno nella tutela della qualità dell’aria il 20 giugno scorso è stato adottato il Piano Nazionale per la Qualità dell’Aria.
Obiettivi strategici del PRTRA
Gli obiettivi strategici e gli ambiti di intervento prioritari, che restano inalterati rispetto alla stesura del Piano nel 2016, sono:
- raggiungimento del valore limite annuale e giornaliero per il PM10;
- raggiungimento del valore limite annuale per il PM2,5;
- raggiungimento del valore limite annuale per il biossido di azoto NO2;
- conseguimento del valore obiettivo e dell’obiettivo a lungo termine per l’ozono O3;
- conseguimento del valore obiettivo per il benzo(a)pirene;
- contributo al conseguimento dell’obiettivo nazionale di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra.
Gli ambiti di intervento prioritari rimangono quello energetico, con particolare riferimento alla combustione di biomasse legnose, oltre a quelli dei trasporti, dell’agrozootecnia e produttivo (quest’ultimo ha conseguito negli anni i risultati più importanti sul fronte dell’abbattimento delle emissioni).
Rispetto agli obiettivi strategici del Piano del 2016 lo stato attuale mostra come il raggiungimento del valore limite annuale per il PM10 è stato conseguito in tutte le stazioni di rilevamento già dal 2018, mentre lo stesso non accade per il raggiungimento del limite giornaliero del PM10 che attualmente è superato, a seconda delle annualità, nel 70-80% delle stazioni di monitoraggio. Ed è stato proprio questo superamento che ha generato la procedura di infrazione.
Anche per i due valori obiettivo di ozono e benzo(a)pirene non è stata raggiunta la piena conformità, mentre per PM2,5, biossido di azoto NO2 e gas serra siamo in linea con le richieste dell’Unione Europea.
Con l’applicazione delle misure contenute nell’aggiornamento del PRTRA riguardanti il PM10 l’obiettivo è quello di passare dallo scenario base (vedi figura 1) allo scenario di piena attuazione proiettato al 2030 (in giallo le aree di superamento del limite giornaliero di PM10.)

Il raggiungimento di questo obiettivo può essere anticipato qualora le limitazioni di utilizzo di apparecchi (e veicoli) alto-emissivi in tutta l’area di pianura venissero rafforzate e sottoposte a controlli.
Anche per il benzo(a)pirene, la cui fonte primaria è proprio la cattiva combustione della biomassa legnosa, l’aspettativa, con l’applicazione delle misure del Piano relative ai riscaldamenti domestici, è quella di ridurre le emissioni del 70% rispetto all’anno base fissato al 2019, con conseguente raggiungimento del valore obiettivo in tutte le stazioni di monitoraggio.

Per ridurre di più del 40% le emissioni attuali delle polveri di PM10 la fonte principale su cui bisogna fortemente intervenire è quella degli impianti di riscaldamento domestico a biomassa legnosa, nello specifico gli impianti residenziali quali stufe, camini aperti, camini chiusi o inserti, cucine.
Tabella 1 – Attività emissive in termini di PM10

Struttura del PRTRA
Il Piano Regionale di Tutela e Risanamento dell’Atmosfera (PRTRA) è costituito dai seguenti documenti:
Aggiornamento di Piano (Allegato A) |
Appendice I – Schede delle misure di Piano e tabella dotazione finanziaria (Allegato A1) |
Appendice II – Normativa generale di Piano (Allegato A2) |
Rapporto Ambientale Preliminare (Allegato B) |
SCREENING per la Valutazione di Incidenza Ambientale LIVELLO 1 (Allegato C) |
Il documento, nell’Appendice I, individua 30 misure nei 4 ambiti di intervento prioritari (energetico, trasporti, agrozootecnico, produttivo), di cui 12 nell’ambito energetico, il più attenzionato:
- Modalità di utilizzo di apparecchi civili alto-emissivi alimentati a biomasse legnose.
- Concessione di contributi per acquisto e contestuale rottamazione di apparecchi termici civili a biomasse legnose.
- Disposizioni relative alla gestione degli impianti termici.
- Informazione, educazione e sensibilizzazione sul corretto uso delle biomasse.
- Modifiche al libretto d’impianto di cui alla DRGV 1363/2014 al fine di favorire il popolamento del catasto regionale degli impianti termici CIRCE estendendolo agli adempimenti previsti dalla normativa in materia ambientale (dlgs 152/2006 e dm 7 novembre 2017, n. 186).
- Rafforzamento delle attività di accertamento sugli impianti termici da parte delle autorità competenti ai sensi dell’art. 10, comma 3, lettere b) e c) e del dpr 16 aprile 2013, n. 74.
- Regolamentazione falò tradizionali, barbecue e fuochi d’artificio.
- Disposizioni relative al ricorso a fonti rinnovabili diverse da biomassa in nuovi edifici e ristrutturazioni.
- Divieto di incentivazione mediante utilizzo di fondi strutturali di impianti termici a biomasse legnose in aree critiche.
- Efficientamento energetico edifici di proprietà delle Regione del Veneto, di Comuni e di altri enti pubblici.
- Informazione e formazione sui temi del risparmio energetico e dell’uso di fonti rinnovabili in edilizia.
- Promozione della redazione dei Piani d’Azione per l’Energia Sostenibile e il Clima (PAESC) da parte di Comuni o Associazioni di Comuni.
Maggiori informazioni
È questo il contesto normativo e programmatico in cui si inserisce il bando stufe 2025 di Regione Veneto. Tutte le informazioni relative alle azioni che Regione del Veneto ha messo e sta mettendo in atto per salvaguardare la buona qualità dell’aria sono racchiuse in un portale web istituzionale appositamente progettato: perunariapulita.regione.veneto.it