AIEL: “Riconoscere il potenziale strategico delle bioenergie per la transizione ecologica”
Per raggiungere i nuovi ambiziosi obiettivi europei di decarbonizzazione al 2030 è necessario adottare il principio della neutralità tecnologica e sfruttare il contributo di tutte le tecnologie rinnovabili disponibili e mature, compresa l’energia da biomassa legnosa, le cui potenzialità produttive sono molto maggiori di quanto attualmente previsto dagli obiettivi attualmente fissati dal PNIEC italiano.
Questa, in sintesi, la visione del Governo presentata dal viceministro dell’ambiente e della sicurezza energetica Vannia Gava, in sede di risposta all’interrogazione parlamentare presentata le scorse settimane dagli onorevoli Squeri, Casasco, Polidori e Tenerini (Forza Italia).
Il Parlamento europeo, con il recente voto sulle modifiche alla Direttiva 2018/2001 relativa alla promozione delle Energie Rinnovabili (RED III) per allinearla ai nuovi obiettivi del Green Deal europeo, ha dato il via libera al nuovo traguardo del 45% di fonti rinnovabili dei consumi finali di energia al 2030, rispetto all’attuale traguardo del 32%.
Per raggiungere questi target, le politiche di incremento dell’energia da fonti rinnovabili devono basarsi su una strategia complessiva di decarbonizzazione dell’economia, in linea con gli indirizzi comunitari e nazionali in materia climatica, ambientale, di economia circolare e bioeconomia, attraverso soluzioni sostenibili dal punto di vista economico e sociale.
Le bioenergie possono rappresentare un fattore di crescita per il Paese, in grado di massimizzare i benefici della transizione ecologica. Considerando le risorse a disposizione, ed escludendo quelle già necessariamente impiegate per energia elettrica e trasporti (in base alle previsioni del PNIEC), è possibile puntare a un obiettivo al 2030 di 16,5 Mtep di energia termica prodotta da bioenergia pari a circa 146 GW di potenza installata, rispetto ai 7,4 Mtep previsti dall’attuale formulazione del PNIEC (Figura 1). Del totale di 16,5 Mtep, 10,7 Mtep sono biomasse legnose di origine agricola e forestale. Nello specifico 3,5 Mtep da gestione forestale sostenibile con approccio a cascata dell’utilizzo delle biomasse legnose e 5 Mtep da potature agricole e dal fuori foresta. Si aggiungono poi 2,2 Mtep derivanti dall’importazione di biocombustibili legnosi.
In risposta all’interrogazione parlamentare, il viceministro dell’ambiente e della sicurezza energetica Gava ha dichiarato che, riguardo al maggior contributo che le biomasse possono portare al raggiungimento degli obiettivi europei nell’aggiornamento del PNIEC italiano, sono in corso di valutazione tutte le opzioni tecnologiche in un’ottica di neutralità, come indicato nella Comunicazione della Commissione sugli Orientamenti degli Stati membri per l’aggiornamento del PNIEC nelle indicazioni sull’uso del suolo, ivi comprese le biomasse.
In sede di replica, l’On. Tenerini (FI) si è dichiarata soddisfatta, poiché la risposta della Viceministra va nella direzione auspicata perché di fatto, il processo di decarbonizzazione al 2050 è un obiettivo percorribile solo attraverso la neutralità tecnologica.
In una nota, AIEL l’Associazione che riunisce oltre 500 imprese che operano lungo la filiera legno-energia ricorda come: “In tutti i settori dell’energia, in particolare dell’energia termica, privilegiare le fonti rinnovabili disponibili sul territorio come le biomasse legnose garantisce importanti ricadute positive in termini economici, con un valore aggiunto che rimane praticamente tutto sul territorio, benefici ambientali e occupazionali. La produzione di biomasse solide da filiere locali assicura continuità, stabilità e programmabilità, tre aspetti centrali per rendere la transizione ecologica realmente sostenibile e inclusiva. L’auspicio è che nella sua nuova formulazione il PNIEC tenga effettivamente in considerazione questi importanti aspetti ”.