Istat: oltre una famiglia su cinque in Italia utilizza legna o pellet

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Cresce l’uso del pellet, leggero calo per la legna da ardere. AIEL: “Biomasse restano un pilastro della transizione energetica nelle case degli italiani”

Secondo il nuovo rapporto ISTAT sulle dotazioni energetiche delle famiglie italiane, nel 2023 il 21,9% delle famiglie italiane – più di una su cinque – ha utilizzato biomasse legnose (legna e/o pellet) per riscaldare la propria abitazione, cucinare o produrre acqua calda sanitaria. Un dato che conferma la centralità della filiera legno-energia nella produzione di energia termica rinnovabile su scala domestica e la sua diffusione capillare nel Paese, in particolare nei territori montani e nelle aree interne.

Pellet in crescita, legna in leggero calo

Dall’indagine emerge che il 16,0% delle famiglie italiane ha utilizzato legna da ardere nel 2023, una quota in lieve calo rispetto al 17,0% registrato nel 2021. L’uso del pellet continua invece a crescere, passando dal 7,3% delle famiglie nel 2021 al 7,8% nel 2023, quasi il doppio rispetto al 4,1% del 2013. La combinazione di legna da ardere e pellet fa sì che oltre 5 milioni di nuclei familiari scelgano oggi questa soluzione di riscaldamento rinnovabile e locale, con benefici diretti in termini di riduzione delle emissioni fossili, risparmio economico e sicurezza energetica.

La fotografia dei consumi in Italia

L’utilizzo di legna da ardere e pellet mostra una forte correlazione con la dimensione dei Comuni e con le caratteristiche geografiche del territorio. Le biomasse legnose sono infatti una risorsa profondamente radicata nei contesti locali, soprattutto in quelli montani e rurali. I dati ISTAT indicano chiaramente che nei Comuni con meno di 10.000 abitanti, l’uso di legna da ardere raggiunge quasi un terzo delle famiglie (30,9%), con picchi del 42,7% nei piccoli centri di montagna e del 21,3% nei Comuni di collina interna. Una tendenza simile si osserva anche per il pellet, utilizzato dal 14,3% delle famiglie nei Comuni più piccoli e dal 16,2% di quelle residenti in montagna.

Al contrario, nei grandi centri urbani e nei capoluoghi di area metropolitana, l’impiego delle biomasse è residuale: appena l’1,5% delle famiglie fa uso di legna da ardere. Questo divario evidenzia non solo una diversa accessibilità alle risorse, ma anche l’adattabilità delle tecnologie a biomassa a contesti abitativi decentralizzati, dove contribuiscono in modo significativo alla sicurezza energetica, alla gestione sostenibile dei boschi e al presidio socioeconomico del territorio.

Una fonte rinnovabile capace di unire tradizione e innovazione

I dati ISTAT confermano che il legno e i suoi derivati restano una componente strutturale del mix energetico residenziale italiano. Dalle stufe alle nuove caldaie automatiche, le moderne tecnologie a biomassa rispondono oggi ai più severi standard ambientali e offrono una soluzione matura per contribuire alla decarbonizzazione del riscaldamento domestico, che rappresenta la principale voce di consumo del settore residenziale, responsabile di oltre un terzo del fabbisogno energetico nazionale.

Gli ultimi dati ISTAT ci dicono che, nonostante la crescita di nuove tecnologie come le pompe di calore, la legna e il pellet restano due componenti fondamentali per l’autonomia energetica di una parte importante delle famiglie italiane – commenta Domenico Brugnoni, presidente di AIEL, Associazione Italiana Energie Agroforestali –. Per questo è fondamentale continuare a investire nella modernizzazione degli impianti, rafforzando questa filiera strategica per renderla ancora più efficiente, sostenibile e competitiva, a beneficio di tutto il Paese”.