Il Rapporto Statistico AIEL 2024 fotografa l’evoluzione del parco installato e traccia le priorità per il futuro

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Il Rapporto AIEL mostra un settore in evoluzione: crescono gli impianti a 4 e 5 stelle e calano quelli più inquinanti, contribuendo a ridurre del 37% le emissioni di PM10 dal 2010. Tuttavia oltre l’80% degli apparecchi è ancora obsoleto e genera la maggior parte delle emissioni. Serve accelerare la sostituzione, semplificare gli incentivi, potenziare i controlli e migliorare la comunicazione per favorire un ricambio tecnologico efficace

Il Rapporto Statistico AIEL sul parco impiantistico a biomassa in Italia nel periodo 2014-2023 restituisce l’immagine di un settore in evoluzione, attraversato da una dinamica di progressiva trasformazione.

Miglioramento sul fronte della qualità

Grazie al Conto Termico e ai bandi regionali, i generatori a 4 stelle sono passati da poco più di 90.000 nel 2017 a oltre 836.000 nel 2023, mentre quelli a 5 stelle hanno raggiunto le 95.000 unità. Nello stesso periodo, gli apparecchi classificati a 2 stelle si sono ridotti di oltre un milione di unità.

Questi cambiamenti hanno contribuito in modo significativo alla riduzione delle emissioni: nel 2023, le emissioni di PM10 sono stimate in circa 60.000 tonnellate, in calo del 37% rispetto al 2010, a fronte di una riduzione del numero di impianti molto più contenuta. Un dato che dimostra come non sia tanto il numero di generatori a determinare il carico emissivo, quanto la loro efficienza e classe di qualità.

Ancora troppi apparecchi obsoleti e inefficienti

Tuttavia, il percorso di riqualificazione è ancora lungo e complesso. L’80,6% del parco installato appartiene ancora alla fascia di generatori obsoleti (classe 2 stelle o non classificabili) e genera da solo oltre il 90% delle emissioni del settore.

Una distribuzione che fotografa con chiarezza la criticità del parco installato storico, e l’urgenza di accelerarne il ricambio tecnologico.

La necessità di riqualificare il parco installato

I dati settoriali evidenziano in modo chiaro che la strategia più efficace per ridurre le emissioni consiste nella riqualificazione del parco impiantistico esistente, responsabile di oltre il 92% delle emissioni complessive. Al contrario, un ulteriore inasprimento dei requisiti per i nuovi impianti avrebbe un impatto marginale, inferiore al 4% sul totale delle emissioni, e potrebbe paradossalmente rischiare di rallentare ulteriormente un processo di riqualificazione già oggi caratterizzato da una dinamica lenta e ancora insufficiente.

«I numeri ci dicono che stiamo andando nella direzione giusta, ma troppo lentamente», commenta Domenico Brugnoni, presidente di AIEL. «Il turnover tecnologico è avviato, ma per ottenere risultati ambientali significativi serve una sua forte accelerazione. Dobbiamo sostituire milioni di apparecchi vecchi con soluzioni che sono già disponibili sul mercato e hanno dimostrato di funzionare, in termini sia di prestazioni sia di riduzione delle emissioni».

Quattro azioni per migliorare la qualità dell’aria

Alla luce di queste evidenze, il Rapporto individua quattro direttrici di intervento ritenute prioritarie per accelerare la transizione verso un parco impiantistico più efficiente e meno impattante. In primo luogo, la riqualificazione prioritaria degli apparecchi a 2 stelle. In secondo luogo, la semplificazione e la stabilizzazione degli strumenti incentivanti, con l’obiettivo di garantire requisiti chiari, omogenei e accessibili su scala nazionale. Terzo, il potenziamento delle attività di controllo, anche attraverso l’integrazione con le verifiche sugli impianti a gas e l’impiego di tecnologie innovative come droni e termocamere. Infine, l’adozione di un approccio comunicativo efficace, che valorizzi i benefici economici, ambientali e sanitari legati all’adozione di tecnologie moderne ed efficienti, evitando logiche colpevolizzanti.

Il commento del Presidente Domenico Brugnoni

«Il messaggio che emerge con chiarezza dal Rapporto Statistico di AIEL – spiega Domenico Brugnoni, presidente di AIEL – è che il problema non sono le biomasse in sé, ma l’obsolescenza di troppi apparecchi ancora in funzione. È lì che dobbiamo agire, con politiche intelligenti, strumenti incentivanti stabili e una comunicazione efficace. È necessario un impegno politico strutturato e continuativo, in grado di valorizzare tanto gli strumenti tecnologici quanto il ruolo attivo dei cittadini, dei tecnici e delle imprese della filiera per orientare l’azione pubblica verso un turnover tecnologico diffuso e sistemico».