Il panorama EUDR rimane caotico, anche dopo la proposta di rinvio e semplificazione della Commissione
In seguito alla proposta della Commissione europea, il 24 ottobre si è tenuto un incontro della Piattaforma degli stakeholder sulla deforestazione, che ha restituito pareri generalmente negativi da parte delle Associazioni di categoria e dei rappresentanti dei Paesi terzi.
In seguito (30 ottobre) si è svolto un incontro del COREPER (Comitato dei Rappresentanti permanenti), il cui esito è stato altrettanto negativo per la Commissione: sono state sollevate molte critiche sulla gestione da parte della Commissione, insieme a forti preoccupazioni per la ristrettezza dei tempi.
In particolare, la maggior parte dei Paesi UE ritiene che l’EUDR non dovrebbe entrare in vigore a dicembre così com’è, e la maggioranza degli Ambasciatori UE sostiene che la Commissione dovrebbe posticipare l’applicazione del Regolamento per tutti, non solo per le piccole imprese.
La maggior parte degli Stati membri non è disposta a sostenere la proposta della Commissione, ma non c’è ancora un accordo su come procedere: alcuni preferirebbero un semplice rinvio, mentre altri sostengono una pausa sostanziale, per rivalutare in modo profondo il Regolamento. Il 5 novembre ci sarà un altro incontro COREPER.
Il 4 novembre è previsto un incontro dei Ministri del Consiglio UE Ambiente. In questo contesto, l’Austria ha avanzato una proposta emendativa che prevedrebbe il rinvio della EUDR di un anno per tutti gli operatori e l’obbligo per la Commissione di presentare una proposta di semplificazione entro il 30 aprile 2026, in particolare per i Paesi con rischio di deforestazione trascurabile (nuova categoria di rischio). Anche i Ministri dell’agricoltura di Repubblica Ceca, Lettonia, Estonia e Polonia sono stati particolarmente attivi nel contrastare la proposta della Commissione, esprimendo posizioni analoghe.
Al momento non è chiaro come le diverse posizioni del COREPER e dei Ministri potranno interagire tra loro, né quale prevarrà. La posizione del Consiglio dovrà anche allinearsi a quella del Parlamento europeo, e la Presidenza danese ha il compito di elaborare una posizione di concreto compromesso.
Contestualmente, è atteso che il Parlamento europeo approvi una procedura accelerata per la discussione del dossier EUDR. Tuttavia, è irrealistico che possano essere portate in approvazione proposte concrete nella sessione plenaria del Parlamento il 12 novembre. Le due parti – Parlamento e Consiglio – dovranno quindi raggiungere un accordo finale prima dell’ultima sessione plenaria del Parlamento dell’anno, prevista per il 15 dicembre: come l’anno scorso, i tempi sono molto stretti.
Nel frattempo, una vasta coalizione di 29 Associazioni commerciali europee ha siglato una dichiarazione aperta e congiunta per chiedere di fermare il tempo e revisionare l’EUDR in modo tale da garantire l’applicabilità del Regolamento e la necessaria chiarezza giuridica. Tra le criticità rilevate, viene osservato che è irrealistico e inaccettabile chiedere alle aziende di conformarsi a un Regolamento rimesso in discussione poche settimane prima della sua applicazione: i sistemi informatici delle aziende di grandi dimensioni sono stati progettati per interagire diversamente con la piattaforma digitale TRACES, mentre i piccoli e micro operatori “a valle” dovrebbero gestire un numero di codici di dovuta diligenza superiore all’atteso. La proposta della Commissione, inoltre, non riflette la realtà operativa del mercato, dove le grandi aziende interagiscono regolarmente con quelle più piccole all’interno di catene di approvvigionamento e fornitura integrate: stabilire date di applicazione differenti è quindi illusorio, e gli operatori più piccoli dovrebbero conformarsi immediatamente per mantenere attivi i rapporti commerciali con i propri clienti.

