Riscaldamento a biomassa: il 65% delle emissioni si riduce con stufe moderne

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Uno studio danese (Clean Air Testzone, 2020-2023) ha dimostrato che sostituire vecchie stufe a legna con modelli moderni riduce in media del 40% il particolato, del 25% il CO e del 43% i composti organici volatili. La sostituzione delle stufe pre-2008 potrebbe abbattere del 50% le emissioni nazionali. La strategia più efficace è rinnovare gli impianti obsoleti, migliorando aria e salute con costi contenuti

Un recente studio realizzato nell’ambito del progetto Clean Air Testzone, promosso dall’Agenzia Danese per la Protezione Ambientale, ha dimostrato che la sostituzione delle vecchie stufe a legna con modelli moderni può ridurre significativamente le emissioni di particolato, migliorando sensibilmente la qualità dell’aria locale. Il progetto, svolto tra il 2020 e il 2023 nel quartiere di Mårslet, una zona residenziale suburbana a sud di Aarhus composta da circa 130 abitazioni unifamiliari, ha individuato 50 case dotate di stufe o caminetti a biomassa. Di queste, 25 famiglie hanno partecipato attivamente all’esperimento, accettando di sottoporre il proprio impianto a uno o più interventi, tra cui sostituzione della stufa, installazione di filtri o dispositivi di tiraggio e formazione sull’uso corretto del fuoco.

Figura 1 – Visuale aerea dell’area di progetto con evidenziata la presenza di stufe o camini a legna in base all’intensità d’uso: verde per uso saltuario, giallo per uso moderato, turchese per uso significativo.

Fonte Hansen et al, 2025.

Interventi e risultati: una riduzione media del 40% delle emissioni

Le abitazioni coinvolte hanno ricevuto interventi differenziati: dalla sostituzione della stufa, all’installazione di filtri, riqualificazione dei sistemi di evacuazione dei fumi e installazione di ventilatori di tiraggio, fino alla formazione degli utenti per un uso più efficiente. I risultati hanno mostrato una riduzione media delle emissioni di particolato del 40%, del 25% per il monossido di carbonio (CO) e del 43% per i composti organici volatili (OGC).

In un caso, il partecipante ha sostituito una vecchia stufa del 2004 con un modello moderno, accompagnando l’intervento con l’installazione di una nuova canna fumaria. I risultati sono stati particolarmente significativi: le emissioni di particolato si sono ridotte del 72%, quelle di monossido di carbonio (CO) del 58% e gli idrocarburi organici volatili (OGC) dell’83%. Il modello installato nel caso di specie, ibrido legna-pellet, secondo la classificazione italiana (DM 186/2017) ha una classificazione a 4 stelle per la legna da ardere e 5 stelle per il pellet.

I modelli finali: massima efficienza intervenendo sulle stufe pre-2008

I dati di Mårslet sono stati utilizzati per costruire modelli di emissione a livello nazionale. Due scenari sono risultati particolarmente rilevanti:

  • Scenario “Pre-2008 replaced”: ha previsto la sostituzione di tutte le stufe installate prima del 2008. In questo caso, le emissioni di particolato si ridurrebbero del 50% su scala nazionale, grazie alla rimozione delle fonti più inquinanti.
  • Scenario “100% replaced”: ha simulato la sostituzione di tutte le stufe, incluse quelle recenti, ottenendo una riduzione complessiva delle emissioni del 65%. Tuttavia, i benefici aggiuntivi rispetto allo scenario precedente sono modesti, a fronte di costi nettamente più elevati.

Conclusioni

Lo studio condotto nell’ambito del progetto Clean Air Testzone offre evidenze concrete sull’efficacia della sostituzione delle stufe a legna in condizioni reali d’uso. I risultati dimostrano che la sostituzione dei generatori obsoleti con modelli moderni comporta una riduzione media delle emissioni pari al 51%, considerando l’intero ciclo di funzionamento e l’interazione con il contesto abitativo.

I modelli elaborati suggeriscono che molte delle conclusioni possono essere generalizzate anche ad altri contesti e regioni con caratteristiche simili, ovvero presenza diffusa di biomassa come fonte di riscaldamento e un parco stufe in gran parte datato. Le politiche ambientali dovrebbero pertanto focalizzarsi sulla sostituzione delle stufe più vetuste, per massimizzare l’effetto di riduzione delle emissioni nel breve e medio periodo.

In sintesi, l’intervento mirato sul parco esistente più inquinante rappresenta la strategia più efficace, rapida ed economicamente sostenibile per migliorare la qualità dell’aria e tutelare la salute pubblica, a livello locale e nazionale.

Link allo studio

Fonte dati: Hansen et al, 2025, “Clean Air Testzone MUDP-project”, Publisher: The Danish Environmental Protection Agency, MUDP-sekretariatet i Miljøstyrelsen Tolderlundsvej 5, 5000 Odense, ISBN: 978-87-7038-715-6.